Poeti e Scrittori scomparsi di Vasto | |
Espedito Ferrara | |
giornalista, poeta,
commediografo e grande conoscitore e studioso della lénga uastaréule, uomo di spicco del '900, cultore e interprete della vastesità |
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(Vasto, 24 febbraio 1908 - Vasto, 11 marzo 1992) | |
www.consorziores.it/locale/histonica.it | |
Era
l'11 marzo del 1992, quando, all'età di 84 anni scompariva una
delle figure di spicco e delle più eclettiche della cultura vastese,
il maestro Espedito Ferrara. Poeta, commediografo, grande conoscitore e studioso della lénga uastaréule, compare Espedito, come era solito chiamarlo chi gli era più vicino, aveva il suo studio in cima a Corso Italia e lì, in pieno centro storico della sua amata città, continuava a dare fiato al ricchissimo patrimonio folkloristico ereditato dalla madre, e, soprattutto, dalla prozia in possesso di un ricchissimo patrimonio folkloristico ereditato da una lunga tradizione familiare. |
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Considerato un continuatore dell'esperienza dialettale di Luigi Anelli,
come direttore della
filodrammatica vastese Ferrara mette in scena ben quattro commedie dialettali.
• "Ssa fa' Ddë", del 1931, una farsa più che commedia, incentrata sulle difficoltà economiche di ....una famiglia artigiana che viene salvata dall'irrompere dell'imprevisto; • "Giacobbe, Raffajèle e Sprecaciànnere", del 1931, un connubio di gioia e malinconia che ....ben rappresenta i sentimenti popolari della Vasto tra le due guerre; • "Aria di città", del 1932, commedia in tre atti ambientato in un modesto pianterreno in cui ....riecheggiano i momenti di vita esterni, i rapporti col vicinato, il linguaggio dei vicoli di allora; ....ed infine la prima commedia che resta anche la più nota e rappresentata: • "Core mé", un'opera musicata in dialetto abruzzese, ideata, strutturata e scritta col maestro ....Aniello.Polsi che ne ha curato le partiture. |
Espedito, insieme
ad Aniello Polsi,
a Gino Martella,
Filandro Lattanzio.
ed altri costituì in quegli anni una sorta di Cenacolo di cultura che si occupava di pittura, musica e letteratura nella "Mitica" Petite Galerie di Lello Martone - Vasto, ai portici di Corso Nuova Italia nei locali del bar attiguo al Politeama Ruzzi. Tra gli altri scritti del maestro Ferrara quella indialetto abruzzese "Terre nostre" (1941) rielaborata l'anno successivo come azione teatrale Terra Nostra, la commedia musicale inedita "Sta Madùnnelle" del 1942, e il "calendario vastese" pubblicato dalla sua famiglia nel 2002 in un CD. Espedito Ferrara, però, è stato anche un grande giornalista. Dopo aver collaborato con alcuni quotidiani romani, fondò nel 1947 e diresse fino al 1966 il periodico "Histonium", condivisa con il grande poeta dialettale vastese Giuseppe Perrozzi, nipote di Luigi Anelli, una pubblicazione attenta alla cronaca locale e al mondo dell'emigrazione, un'ulteriore dimostrazione di vicinanza al sentire di Anelli che aveva fondato "II Vastese d'Oltreoceano". Celebri le pagine da lui curate sulla sciagura aerea del 1951 e sulla terribile frana del 1956. Per molti anni fu anche Direttore del Museo Civico e della Biblioteca comunale, di cui riuscì a preservare le opere all'epoca proprio della frana vastese. In quel periodo ha curato l'allestimento di diversi eventi culturali come la "Mostra del libro", "Il presepe nell'arte" e la "Mostra del Risorgimento Vastese", riproposta con successo anche a Caserta e a L'Aquila. Giuseppe Catania ha scritto di lui: "Ferrara è stato uno dei pionieri del giornalismo e della cultura vastese degli anni a cavallo dell'ultimo conflitto mondiale... vera tempra di scrittore forbito di acuto ingegno, conoscitore profondo del vernacolo abruzzese e del caratteristico, tipico dialetto vastese, svolse un'arguta e meticolosa ricerca di motti e proverbi della parlatura paesana." |
Fonte:
articolo, a firma Luigi Spadaccini, apparso sulla Circolare - mese di
aprile 2010 - "Camminando insieme" del Comitato Chiesa di - S. Anna - Vasto - Via S. Anna, 2 - T. 0873.367905 - Cell. 347.5432013 - e mail: comitatosantanna@alice.it |
Espedito
nasce a Vasto nel 1908. Grande giornalista, poeta fine dialettale e in lingua, commediografo, profondo conoscitore e studioso del dialetto vastese, attento ricercatore dei motti più arguti e più caratteristici della "Parlature Paisane" e continuatore del teatro dialettale e ultimo autore significativo di questo genere. Le sue radici nell'humus popolare risultano salde e profonde per una formazione trasmessagli dalla madre Angela Marchesani e soprattutto dalla prozia Serafina Falcone (1862-1942). Ventenne partecipa all'audizione vastese all'EIAR di Roma il 14 dicembre 1930. Direttore della filodrammatica locale dà alle scene quattro commedie dialettali in prosa più volte rappresentate: 'Ssa fa' Ddë - Giacobbe, Raffajèle e Sprecaciànnere - Aria di città - Core mè. Ferrara ha anche composto una commedia musicale inedita "Sta Madùnnelle" del 1942, una commedia in dialetto abruzzese "Terre nostre" (1941) e il "calendario vastese". Da ricordare la sua pluridecennale attività di pubblicista, prima come collaboratore di diversi quotidiani romani e, poi come direttore ed editore di "Histonium" (1945-1966), concreto legame tra Vasto e gli emigranti sparsi nel mondo. Direttore del Museo Civico e della Biblioteca Comunale, ha anche vissuto i tragici momenti della frana della zona orientale di Vasto negli anni '50. Ha curato l'allestimento di diversi eventi culturali come la "Mostra del libro", "Il presepe nell'arte" e la "Mostra del Risorgimento Vastese", presentata oltre che a Vasto anche a Caserta e all'Aquila. La famiglia conserva numerose poesie in gran parte inedite e nel 2002 ha editato un CD, II nostro calendario, con testi dialettali raccolti o composti negli mni '80 contenenti detti, proverbi, versi, aneddoti e ricordi. Espedito Ferrara è ricordato e imitato come esempio di operatore culturale che, spaziando in vari ambiti, ha saputo esprimere l'identità vastese. |
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Le
mie radici
bella poesia di Espedito pubblicata sul mensile "Vasto Domani" nel luglio del 1985 L’autore
ripercorre in versi la sua vita ricordando tutti i suoi “maestri”
e
le persone che lo hanno guidato e accompagnato durante il suo cammino. Tra parentesi sono indicati i nomi delle persone o le opportune indicazioni date dall’autore: Porto con me radici assai profonde, che mi alimentano di giorno in giorno: si chiamano “mia madre” (Angela Marchesani), “mia prozia” (Serafina Falcone) suor Ismaele e don Vincenzo (Pomponio). Seguono Antonucci, Raiani, poi Tupone, Pietro Mattioli (insegnanti) e quindi don Alfonso (Ricci), don Romeo (Rucci), don Cesare de Titta, la giovane docente di francese signorina Bottari di San Pietro (madre del prof. Luigi Benedetti), e don Valeri “il professore”, in ordine l’italo inglese Forever, sincero ammiratore del Rossetti; aggiungo don Obletter e padre Zimarino, Ezio Marino già del nostro Abruzzo, insigne un dì sul podio della Scala (mi piace dirlo: e il suo centenario), i due don Ernesto (Cianci e Del Fra), poi don Checco (Francesco Anelli) don Romualdo (Pantini), don Salvatore Pepe, araldo del Signore per l’Italia e fuori e, certo ancora, tutto pepe d’intelligente amore al nostro Vasto. Mi hanno condotto al vero, al buono, al bello; al bello sempre, dalle fasce quando, una Madonna passa in processione e si sussulta: “Guarda quanto è bella!...” al gesto ed alla voce di una mamma Si guarda la Madonna quando è bella all’alba della vita; e per la vita si aspetta la bellezza da una donna. Sono radici queste della terra semplicemente, della mia terra. Ed oro m’inginocchio per baciarla. |
Libreria:
"Espedito Ferrara", cultore e interprete della vastesità Piccolo volume di Pasquale (Lino) Spadaccini, in occasione del ventennale della scomparsa di Espedito |
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In occasione del ventennale
della scomparsa di .Espedito Ferrara (Vasto,
24 febbraio 1908 - Vasto, 11 marzo 1992), Presentazione
di Nicola D'Adamo - stampa aprile 2012, |
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agosto 2012, M. S. |
Personali
ricordi di
compare Espedito Ferrara
Volevo scrivere qualcosa
da cui trasparisse tutto l’affetto e l’ammirazione per Compare
Espedito Ferrara. Ma mi sono arreso perché, dopo tanti tentativi,
non sono riuscito ad esprimere quello che volevo esplicitare. Ma i miei
amici da sempre Mauro, Pucci e Sergio, i suoi figli, sanno del vincolo
che ci unisce insieme a Grazia e Claudia (mia moglie e mia figlia) e questo
non ha bisogno di nuove parole.(Enzo La Verghetta) E’ qualcosa che viene da lontano da quando il giovane compare Espedito per problemi di salute, cercava di sfuggire dai rigori dell’inverno soggiornando nell’orto di mio nonno alla Canale. Luogo che gode di un micro clima temperato rispetto a tutto il vastese, prova ne sia che i D’Avalos vi avevano creato un giardino dove c’erano i famosi “pupattoni”, ovvero delle statue che risiedevano sul muro di cinta, ormai quasi scomparso. Un solo ricordo: da ragazzino mi recai al Museo di Vasto, che lui dirigeva. Mi bloccò e pretese un abbigliamento adeguato, e solo quando tornando a casa mi ripresentai in giacca, facendomi lo sconto per la cravatta, mi permise entrare. Era il segno di rispetto per quel luogo e quello che rappresentava per lui e doveva rappresentare per noi Vastesi. Forse oggi è inconcepibile, ma non so se sia un bene. Enzo La Verghetta. |
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stralcio da articolo apparso su "www.noivastesi.blogspot.com" - 12 marzo 2010 - 18 anni dalla scomparsa di Espedito |
Espedito
Ferrara:
Ho
avuto la grande fortuna di conoscere Espedito Ferrara come autore di commedie
dialettali e non solo poichè aveva lo studio nel palazzo di fronte
l'Universal e mi capitava di passarci un pò di tempo essendoci
amicizia in famiglia.la lettera di un estimatore (di Gianluigi Delli Quadri, fondatore della compagnia teatrale "La Cungarelle") Devo sicuramente a lui l'amore per il teatro dialettale. L'aver recitato nei primi anni 80 nella commedia "Giacobbe Raffajèle e Sprecaciànnere" a livello scolastico, di certo ha influito in me come un ideale Maestro nelle commedie che ho scritto, gettando le basi che mi ha portato a fondare la compagnia teatrale "La Cungarelle". Ricordo la serata al Globo, lui era in prima fila, strapieno di gente seduta perfino sulle scalinate, sotto la guida della signora Del Borrello fu un grande successo! Ricordo mio fratello, mi disse che alla poltrona di sotto c'era un signore allungato quasi per terra per il ridere che diceva - Mi fà male li ganghe pi 'rrède! A fine rappresentazione Espedito venne nei camerini a congratularsi e mi disse personalmente che era stata la rappresentazione più fresca e dinamica vista da lui ...ricordo ancora il suo sorriso. Credo faccia piacere a molti leggere uno stralcio dalla commedia che qui riporto: "Giacobbe
Raffajèle e Sprecaciànnere"
Si
tratta di Rosa la cameriera di donna Zenaide, gelosa
verso la sua padrona per tutti gli spasimanti che ha e lei nessuno. E'
la scena quando incrocia uno di loro cioè Sprecaciànnere
che ha in mano un mazzo di fiori, a dire il vero più foglie che
fiori. |
Rosa:
Eh, pizzacalle ando vì? Sprecaciànnere: Verso la felicità... Rosa: Scì e brave...ma sacce si sbajjate la dirizzione... Sprecaciànnere: Nàune...ho assundo... Rosa: Che ssì fatte? Sprecaciànnere: Ho assundo tutte le 'mburmaziùne: stu cuèure ne sbaje la dirizzione, gna dice tì donna perversa... Rosa: Pi qquasse sì celline cellèine... Sprecaciànnere: Celline cellèine! Jè mi send' arenàsce da le pedecarìune! Rosa: Viàt'a ttà! (alludendo ai fiori) E ssa menèstre de fujja ccappìcce? Sprecaciànnere: Pund'e vvirgola, Rè, vu' 'ndrà troppe 'n sacrastè...prevale il verde...de la ...speranze... Rosa: Chèsse s'è mmuscelite gnè ttà! Sprecaciànnere: Rosa, non mi sedurre... Rosa: E chi te tocche, sbesè! |
Espedito
Ferrara
Ho
conosciuto Espedito Ferrara negli anni '50, frequentando la Biblioteca
Rossetti, di cui era direttore, e perché sono stato correttore
delle bozze nella tipografia Zaccagnini, a via Valerico Laccetti, divenendo
subito collaboratore del periodico HISTONIUM, da lui fondato nel 1945.Interprete dell'anima lirica della nostra gente stralcio dall'intervento di Giuseppe Catania, Presidente dell'Associazione vastese della stampa, in occasione della presentazione dell'edizione "Il nostro calendario di Espedito Ferrara", 7 febbraio 2004 A me tocca il gradito compito di dire qualcosa di Espedito Ferrara, giornalista, scrittore, poeta, drammaturgo, una personalità fra le più significative, direi un caposaldo dell'espressione umana, un giacimento incolmabile, forse non ancora del tutto esplorato, ma meritevole di essere rinverdito, come si sta attuando, che la letteratura abruzzese abbia saputo generare nel secolo appena trascorso. Un uomo che al sapere ha offerto tutta la sua esistenza, fino all'ultimo, proprio perché era consapevole di interpretare con profondità di sentimenti, l'anima della nostra gente. Agli annali di Vasto Espedito Ferrara ha dato impulso con il suo costante contributo giornalistico, schierato in prima linea alla guida del suo Histonium, per esaltare quei fermenti di umanesimo che distinguono la vita e le opere di tanti personaggi che hanno segnato la storia e le vicende del nostro popolo. Un giornalista che aveva innato nell'animo il senso della rettitudine e dell'equilibrio, soprattutto la coscienza di operare in funzione della difesa dei valori e della promozione dell'uomo, consapevole che la propria personalità doveva essere posta al servizio della società. Ed in questo era specchio fedele la dignità adamantina quale segno indelebile cui Espedito Ferrara ha uniformato la sua attività di pensiero che è stata anche la prerogativa dei fatti che costituiscono, insieme all'ingente bagaglio di opere che Egli lascia alla collettività, un elemento di ulteriore qualificazione della sua anima libera di cui ha offerto un retaggio alle generazioni future. Seppe, con mirabile sentimento di squisito cantore, in versi e in prosa, aderente alla schietta parlatura paesana, infiorata di vasta cultura letteraria, saggiare il profondo arcano del folklore vastese, lasciando una ricca, inestimabile raccolta di opere di grande successo popolare, che costituiscono anche gli elementi emblematici per distinguere la gente di Vasto, di cui seppe sempre essere strenuo difensore ed assertore, per tramandarne i valori estetici e la coscienza, quale entità di ulteriore distinzione e valenza della vita di una gente che, nella secolare tradizione, proietta luce per additare sentieri di sapere e di cultura per le generazioni a venire. Se è questa la complessa personalità di Espedito Ferrara, non ne possiamo dimenticare la figura di uomo, sposo fedele e padre affettuoso, amante generoso fino allo spasimo della verità che è stata emblema di dirittura morale e civile, oggi proiettata, con legittimo orgoglio, nella professionalità dei suoi figli che, di tanta fulgida immagine paterna, seguono le orme impresse da un lungo cammino cui ha fatto riflesso la fede nella nostra religione. Espedito Ferrara fu uno dei pionieri del giornalismo e della cultura vastese negli anni prima e dopo l'ultimo conflitto mondiale. Nel 1945 fondò, diresse e scrisse, con irresistibile dinamismo e con spiccata vocazione culturale, il periodico di informazione HISTONIUM voce d'Abruzzo, divenuto palestra di confronto aperto e leale di tanti avvenimenti che hanno tracciato un solco profondo negli annali civici. Vera tempra di forbito scrittore e di ingegno acuto, profondo conoscitore del vernacolo abruzzese e del caratteristico, tipico, dialetto vastese, svolse una arguta e meticolosa ricerca di motti e proverbi legati alla bella parlatura paesana. Nel 1931 scrisse la commedia "Ssa fa Ddè" e "Giacobbe, Raffaele e Sprecaciannere" che vennero rappresentate ed accolte, nelle numerose repliche, con sempre crescente entusiasmo, in quanto esprimono la vera essenza e l'anima della cultura e della drammaturgia popolare, nella interpretazione che Espedito Ferrara ne ha fatto, divenendo così, dopo Luigi Anelli, unico autore che ancora non trova emulatori. |
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In prosa e in versi dialettali abruzzesi, ha scritto la commedia brillante "Core mé", musicata da Aniello Polsi, più volte rappresentata con successo ed alcuni anni fa riproposta in edizione discografica dal coro Polifonico Histonium Lupacchino dal Vasto, indubbiamente la più nota, apprezzata e famosa in quanto proietta, con schietta maestria, i sentimenti, l'amore, il costume, il lirismo irresistibile del nostro popolo che, seppure trasmigrato nel mondo, mantiene sempre vivo il nostalgico amore verso la terra | ![]() |
natia. Valori questi che sono stati esaltati e rinsaldati, in oltre venti anni
di vita, nel suo Histonium, divenuta voce palpitante della terra d'Abruzzo
e di Vasto per i suoi figli sparsi nel mondo. Nel 1942 Espedito Ferrara ha scritto l'inedita commedia dialettale "Sta Madunnelle" e, nel 1943/44 la commedia dialettale abruzzese "Terre nostre" e l'azione teatrale Terra nostra. Saggi, poesie, studi, monografie, debbono essere ancora tratti dal ricco forziere culturale di Espedito Ferrara, rinserrato fino a pochi giorni dalla sua terrena dipartita, come è avvenuto per "Aria di città" (scritta nel 1932 e pubblicata nel 1990 dalle edizioni RES di Roma) è auspicabile vengano édite, «sia per l'aspetto storico, sia per quello linguistico, nella convinzione di dare un contributo alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale vastese». In altra occasione, scrivendo a proposito della pubblicazione di Aria di città, ebbi a sottolineare che, rifare la biobibliografia di questo geniale protagonista ed interprete dell'anima della nostra gente, è una iniziativa quanto mai interessante, non fosse altro che per tramandare ai posteri un vasto giacimento di nozioni, di studi, monografie, tradizioni popolari, che merita di essere divulgato. Ma anche l'occasione per conoscere più a fondo l'anima di questo sensibile scrittore e poeta, che è rimasto fedele alla sua formazione ispirata alla libertà di espressione e di pensiero, che mai si è piegato alle prevaricazioni politiche, che, anzi, ne ha sempre condannato le imposizioni. |
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