Pittori di Vasto
Filandro Lattanzio
Uno dei grandi artisti del Novecento vastese
(
Vasto, 21 novembre 1908 - Vasto, 13 gennaio 1986)
 
Nel 25° anniversario della scomparsa
Mostra alla Pinacoteca di Vasto
: 23 aprile - 31 agosto 2011
L'Assessorato alla Cultura di Vasto, l'Associazione Culturale Settantadue dell'arte e l'Associazione Culturale Opificio Alter Ars hanno promosso una mostra per rendere omaggio al pittore vastese Filandro Lattanzio nel 25° anniversario della sua scomparsa.
Nella sala della Pinacoteca di Palazzo D'Avalos, fino al 31 agosto 2011 sono esposte 46 dipinti dell'artista che fanno parte della collezione civica, della figlia di Lattanzio, Viviane Dutaut, e della cugina Ada Lattanzio. "Una piccola ma significativa parte della vastissima produzione pittorica dell'artista - rilevavano Roberta Presenza e Michele Montanaro, curatori della mostra - che fornisce indicazioni circa gli approdi tematici e stilistici di Lattanzio. Le opere in mostra sono disposte secondo un andamento tematico". Dai ritratti ai soggetti religiosi, alle nature morte, ai paesaggi, ai nudi. In esposizione anche documenti critici sull'artista, appunti autografi inediti.
Viene anche ricordato che tre dipinti di ispirazione religiosa sono custodite nella chiesa di S. Anna, Madonna Sette Dolori e della Madonna Addolorata (località Pagliarelli) che sono state donate dall'artista.
stralcio da art., a firma Giuseppe Catania, apparso su "il Giornale del Vastese", mensile, periodico d'info. - n. 8 - maggio 2011
 
25° della morte di Filandro Lattanzio
25 anni fa ci lasciava Filandro Lattanzio, uno dei più grandi pittori vastesi del Novecento.
L’attaccamento per la sua città natale è sempre stato forte: dopo aver vissuto quasi sempre lontano da Vasto, negli anni ’70 non ha potuto fare a meno di sentire il richiamo dei luoghi dell’infanzia mai dimenticati ed è tornato stabilmente a vivere a Vasto. Un legame affettivo, ma anche di devozione, cementato con la donazione di due opere su temi religiosi: la prima per la Madonna dei Sette dolori, nel 1982,  la seconda, due anni più tardi, per la chiesa di Sant’Anna.
Due anni dopo la morte, nel marzo del 1988, la signora Hélèn Castex, moglie dell’artista, ha donato al Comune venti opere che abbracciano tutta la vita artistica di Filandro Lattanzio, dall’Autoritratto del 1933, fino al nudo cubista, passando per alcuni ritratti e nature morte.
L’opera del Lattanzio merita di essere ulteriormente conosciuta e approfondita proprio per la vastità della sua opera: si parla di oltre tremila dipinti realizzati dal pittore vastese in oltre cinquant’anni di carriera.
In una bella intervista rilasciata nel 1974 a Carlo Piantoni, pubblicata sulle pagine di "Vasto domani", Filandro Lattanzio ricordava le sue origini e su come si fosse accostato alla pittura:
Un giorno scopersi nella scuola (serale della Società del Mutuo Soccorso) una vecchia scatola di acquerelli con qualche residuo di colori. La portai a casa e mi misi subito a dipingere. Non avevo pennelli: dipingevo con le dita. Intanto continuavo a fare il fabbro, ma la domenica andavo
lungo la scogliera a disegnare perché il vero
, fin d’allora è stato sempre il mio grande maestro”.
La sua prima mostra risale intorno ai diciotto anni:
Un giorno mi feci coraggio e chiesi timidamente a Luigi Anelli di farmi mettere due quadretti nella vetrina del suo negozio. Ricordo ancora chiaramente i soggetti: la punta di Scaramuzza e
un vitellino
. Non appena i miei quadri furono in vetrina, cominciai a ripassare in continuazione davanti al negozio. Il giorno dopo Luigi Anelli mi chiamò dalla porta. Mi avvicinai temendo che
mi avrebbe fatto togliere i dipinti
. Invece mi disse se volevo vendere il paesaggio di Scaramuzza
”.

Da subito Lattanzio è stato seguito con interesse dalla città. Diverse le mostre personali e collettive, in particolare organizzate dall’O.N.D. (Opera Nazionale Dopolavoro), riscuotendo sempre commenti positivi e incoraggiamenti a proseguire negli studi.

Lattanzio è un ragazzo di ventuno anni, Martella di diciassette”, si legge sulle pagine de
"Il Vastese d’Oltre Oceano" a proposito di una mostra di due giovani pittori vastesi
essi hanno avuto solo l’istruzione elementare, e pel disegno sono stati diligenti discepoli
della scuola serale alla Società Operaia
, nei mesi d’inverno. Non più di questo; non studi,
non libri
, non viaggi; ma dalle case modeste i figli si recarono al lavoro, e dalla bottega
una volta uscirono per studiare la natura più bella e riportarla sulla tela
: mare,
campagna
, case, frutta: il cavalletto e la scatola di colori furono i loro soli compagni”.

Quello è stato solo l’inizio di una lunga carriera, non sempre facile, vissuta spesso con difficoltà e qualche volta nell’indifferenza della società.

stralcio da art., a firma Lino Spadaccini, apparso su "www.noivastesi.blogspot.com" - 13 gennaio 2011

Filandro Lattanzio ha soggiornato per molti anni in Francia ed è rientrato a Vasto a tarda età per passare i suoi ultimi anni al cospetto del golfo lunato. 
Molti ricorderanno il suo studio all'angolo di piazza San Pietro su via Adriatica che era diventato il salotto dei giovani pittori vastesi.
Il pittore dispose che dopo la sua morte una collezione delle sue opere fosse donata alla Città. Cosa che regolarmente avvenne, con un preciso vincolo, che fossero esposte in una sala della Pinacoteca a Palazzo d'Avalos.
stralcio da art., a firma Nicola D'Adamo, apparso su "www.noivastesi.blogspot.com" - 16 aprile 2011

La scrittrice e poeta Gabriella Izzi Benedetti, in occasione della presentazione del libro - 6° volume della collana "Teca della Memoria" edita dal Comitato Premio Vasto d’Arte Contemporanea (7 febbraio 2010 a Vasto presso la Pinacoteca di Palazzo d’Avalos)
Artisti vastesi all'estero
Juàn Del Prete - Filandro Lattanzio - Franco Paolantonio
così si è espressa sui tre artisti:
Del Prete è un pittore che va oltre il figurativo e astratto e riesce ad esprimere ...tutti gli stati d’animo con molta forza, ed esprime queste cose in una maniera ...straordinaria”.
Lattanzio è soprattutto poesia;
Paolantonio un pittore raffinato ed elegante”.
8 febbraio 2010, M. S.

Filandro Lattanzio
Filandro Lattanzio è illuminato e versatile protagonista tra i pittori del Novecento, senza aver frequentato corsi presso alcuna accademia, da autodidatta, si sviluppa in lui un tale amore per il mestiere di pittore da indurlo, ancora adolescente, a costruirsi da solo i materiali per dare forma alla sua passione. 
In sodalizio con gli amici pittori, MartellaRonzitti e Fiore, sperimenta la sua vocazione artistica. Curioso di ogni sapere, nutre l’ambizioso sogno di diventare pittore, Maestro tra i Maestri e così avvia la sua attività sotto la vigile guida di Romualdo Pantini. 
Negli anni Trenta approda a Roma dove vive con grande penuria materiale, ma con spirito indomito che gli guadagna, grazie alla sua carica umana e all’ostentata capacità artistica, l’ammirazione di colleghi come Pericle Fazzini, Guttuso, Mafai e del critico d’arte Virgilio Guzzi. 
Dopo un primo viaggio a Parigi nel primo dopoguerra, avviene la scoperta dei maestri che lo influenzeranno e tra questi i più significativi sono senz’altro Cezanne, Matisse, e i maestri del Cubismo, che lo sdoganeranno verso linguaggi figurativi più attuali nel clima di estrema libertà e soprattutto di indipendenza che si respira a Parigi. La facilità innata con la quale dipinge e produce lo mette nella felice condizione di accumulare esperienza su esperienza, e giungendo a spaziare tematicamente dal paesaggio alla figura umana, dalla natura morta alla composizione di sapore vagamente cubista. Il passaggio in Francia costituì una specie di spartiacque decisivo, tra il vecchio e il nuovo: non più la tinta realista e sentimentale, stemperata su toni di bianco e nero, ma il colore vivo, lo stacco tagliente nella medesima tela tra figura e figura, il contrasto attenuato sulla scorta non già delle tinte vere del paesaggio, ma studiato sul filo di rapporti suggeriti dal gusto e dall’invenzione. Raffaele Berardini 
stralcio da articolo apparso su "vastogallery. blogspot.it" di Filippo Marino - Vasto,21 novembre 2018

Filandro Lattanzio
E' stato un pittore dotato di grande umiltà,
ma di immensa personalità e sentimento mistico
così scrive Giuseppe Catania nel 1996 in occasione del decennale dalla scomparsa del maestro
Ha saputo operare in funzione di un’arte che sopravviva al tempo e, perciò, la sua rimane
una grande lezione di stile pittorico
, immersa in una armoniosità ineguagliabile”.
Come per altri artisti locali, anche per Filandro la passione per l’arte pittorica nasce quasi casualmente.
All’età di dieci anni, conseguita la licenza elementare, il padre lo mette in bottega da un fabbro ferraio. Problemi di salute non gli permettono più di eseguire lavori pesanti e qui avviene la svolta per il giovane Filandro, incoraggiato a coltivare la passione per il disegno.
Nel 1925 realizza il suo primo quadro dal titolo “Scogliera di Scaramuzza”, venduto per 50 lire alla marchesa Pignatelli di Napoli. Seguono anni di intensa attività pittorica e mostre in varie parti d’Italia.
Nel 1940, a causa degli eventi bellici, viene richiamato alle armi e parte per la Francia. Fatto prigioniero attraversa Belgio, Olanda e Germania,
prima di poter finalmente tornare in Italia nel 1945. Seguono vari viaggi in Francia e, in uno di questi, nel 1948, sposa Hélène Castex e si stabilisce a Chambery. Fino al 1968 rimane pressoché stabilmente in Francia e intraprende nuove strade pittoriche quali l’astrattismo e il cubismo.
Negli anni ’70 torna definitivamente a Vasto e torna a dipingere gli angoli e i colori della propria terra, ma anche nature morte e ritratti.
Infine, si dedica ai temi religiosi e realizza. importanti opere:
Sant’Anna e la sua famiglia - 1984


“Madonna dei Sette Dolori” - 1982


“Madonna Addolorata” (loc. Pagliarelli)

per le omonime chiesette di Vasto


“La Deposizione dalla Croce” - 1963
dipinto donato dalla figlia Viviane Dutaut
alla Cattedrale di S. Giuseppe di Vasto
Nel marzo del 1988, due anni dopo la morte del marito, la signora Hélèn Castex ha donato al comune di Vasto venti opere che abbracciano tutta la vita artistica di Filandro Lattanzio, dall’Autoritratto del 1933, fino al nudo cubista, passando per alcuni ritratti e nature morte.
Carlo Piantoni sulle pagine di Vasto Domani di qualche anno fa così si espresse:
L’artista scandisce di volta in volta il suo discorso componendo raffinatissime sinfonie
cromatiche ricche di umori e di sottigliezze attorno a uno o a due colori chiave
. Ogni quadro ha
un suo filo conduttore
, una sua profonda musicalità tonale fatta di accordi e ritmi ricorrentiLattanzio infatti non colora le forme, disegna, costruisce, modella nel colore
riallacciandosi così alla migliore tradizione pittorica dell’Ottocento
”.
stralcio da art., a firma Lino Spadaccini, apparso su "www.noivastesi.blogspot.com" - 13 gennaio 2010
Filandro Lattanzio
Filandro Lattanzio, dopo le prime esperienze a Vasto e in Abruzzo, si trasferisce a Chambery apprendendo gli splendori dell'espressionismo d'oltr'Alpe, mietendo successi in Francia e guadagnandosi il favore della critica. Il pittore ha operato per decenni in Francia.
stralcio da art., a firma Giuseppe Catania, apparso su "Il Vastese", mensile d'info. del territorio - n. 1 - gennaio 2007

Filandro Lattanzio
Dopo aver conseguito la licenza elementare viene messo come apprendista da un fabbro ferraio, ma una malattia sconsiglia i genitori di persistere su questa strada.
Tra i 15 ed i 16 anni inizia a disegnare e nel 1926 realizza il suo primo quadro.
Militare a Firenze nel 1928 approfondisce lo studio dell'arte antica.
Negli anni '30 espone a L'Aquila, Roma e Firenze.
Richiamato alle armi nel 1940 è in Francia dove viene fatto prigioniero.
Nel 1948 si stabilisce definitivamente in Savoia, approfondisce le ricerche sul cubismo e l'astrattismo e partecipa a svariate mostre nel territorio francese. Nel 1968 ritorna stabilmente in Italia e dopo alcuni anni trascorsi a Roma decide di trasferirsi a Vasto.
A Vasto si dedica a dipingere paesaggi della sua terra natia, studi di figure e ritratti di personaggi locali.
Con Aniello Polsi, Gino Martella, Espedito Ferrara ed altri costituì in quegli anni una sorta di Cenacolo di cultura che si occupava di pittura, musica e letteratura
nella "Mitica"
Petite Galerie
di Lello Martone - Vasto, ai portici di Corso Nuova Italia nei locali del bar attiguo al Politeama Ruzzi.

Muore a Vasto nel 1986 donando 20 opere alla Pinacoteca.
 stralcio da "Lunarie de lu Uašte" ed. 2002

“Sant'Anna e la sua famiglia - a protezione della Maternità”
olio su tela - 1984 - quadro donato alla chiesa omonima di Vasto
La sacra immagine è stata posta alla venerazione dei credenti il 14 ottobre 1984, durante l'inaugurazione dopo la celebrazione della Santa Messa.
Nel quadro, che raffigura S. Gioacchino e Sant'Anna con la Vergine giovinetta in atto di offrire la purezza di un giglio, ed alla sinistra la scena di una maternità, emergono richiami cromatici che si allacciano agli schemi artistici dell’ottocento.  La tecnica è essenzialmente rivolta a porre in risalto la figura centrale.
Giuseppe Catania
stralcio da articolo apparso su "vastogallery. blogspot.it" di Filippo Marino - Vasto,26 luglio 2017

“Madonna dei Sette dolori” - 1982 - quadro donato alla chiesetta omonima di Vasto
La grande tela per la chiesetta dei Sette Dolori raffigura la Madonna trafitta da sette spade; afflitta nello sguardo intensamente volto al dramma della passione e morte del Suo Figlio Unigenito, in un paesaggio squarciato dal turbinio degli elementi scossi dall'avvenimento che ha turbato l'umanità, il mondo. Le tonalità cromatiche, fredde, esse stesse attonite; la statuaria Immagine della Vergine Dolorosa è trasfigurata da pennellate intense, quasi che l'Artista abbia voluto attrarre su di Lei tutto il dramma figurativo di una Madre inconsolabile, profondamente scossa e sgomenta dall'inaudita ferocia umana. Un atteggiamento che Filandro Lattanzio ha magistralmente "fermato" sulla tela per invitare l'osservatore alla meditazione al cospetto di così intenso dolore della Madre che è dolore dell'umanità.
Il 18 settembre 1982 la donazione e cerimonia di benedizione dell’opera: suggestivo momento spirituale, in una atmosfera di fede e di speranza fra i numerosi fedeli convenuti nella chiesetta della Madonna dei Sette Dolori di Vasto. Giuseppe Catania

“La Deposizione dalla Croce” - 1963
dipinto del pittore donato dalla figlia Viviane Dutaut alla Cattedrale di S. Giuseppe di Vasto
Come in altre opere sacre eseguite per le chiese di Vasto, è diffusa di una sottile e vibrante tonalità perlacea, caratteristica di Lattanzio per la luce frammista a tonalità iridescenti. E’ una luce che, in questa sua opera di grandi dimensioni, balza evidente e che è propria di tutta la produzione pittorica dell’Artista. Quasi una personale impronta abbinata ad una sottile intonazione cromatica di ispirazione romantica nella ricca e variopinta tavolozza. 
Lattanzio in questa opera offre la sua spiccata personalità che rimane sempre legata all'arte verista e figurativa per eccellenza, perché ancorata ad un rigorismo formale che è caratteristica della sua formazione culturale, soffusa di accenti di verismo poetico che lascia trasparire il senso della bellezza e la vera essenza del cromatismo accostato alla materia pittorica.
In tale contesto si fondono le tonalità vive, rosse, viola, grigie che sono colori prediletti dall'Artista, che assumono effetti modulati che costituiscono anche espressioni più congeniali al temperamento latino dell'Artista.
Dotato di profonda genuinità e umiltà, e di immensa personalità e sentimento mistico, le immagini sacre dipinte rispecchiano il sentimento di un animo poetico innamorato dell’arte pittorica, che sa cogliere e scoprire i misteri dei creato, giungendo all'apice della personalità.  Giuseppe Catania

Vasto: “Castello Caldoresco” - disegno - 1977

Questo disegno è stato utilizzato da Vittorio d’Anelli per la copertina del suo libro “Histonium ed il Vasto”, nell’edizione fuori commercio edito nel 1977 dal "Club Amici di Vasto".

 
1963
 

“Marinaio francese”
“Donna moderna” - 1958 olio su tela - cm. 65x80 - 1955
 
“Fiori, candela e melograni” - olio su cartone - cm. 60x50 - 1936/37



Scorcio di Vasto-  dipinto
“Autoritratto” - olio su tela - cm. 63x80 - 1933 - Comune di Vasto.
Amore per l'Italia, questo il costante sentimento che il pittore vastese aveva profondamente radicato nel suo animo. Poi un amore più ardente per la sua natìa Vasto.