Figure di Vasto, da ricordare Antonio Rossetti, Barbiere e Poeta (Vasto, 8 marzo 1770 - Vasto, 7 novembre 1853) |
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Antonio Rossetti, fratello di Gabriele, arguto
"incolto natural vate" |
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Il 7 novembre del 1853 moriva Antonio Rossetti, fratello
di Gabriele il “Tirteo d’Italia”. Al contrario dei fratelli Gabriele (1783-1854) e Domenico (1772-1816) che lasciarono Vasto per proseguire gli studi e affermarsi, Antonio e il fratello maggiore Andrea (1765-1832), sacerdote e canonico, rimasero a Vasto. Antonio visse nella sua amata città per tutta la vita in povertà esercitando la professione di barbiere. Di animo nobile e gentile, come i fratelli Gabriele e Domenico, Antonio amava cimentarsi nella nobile arte della poesia, definendosi ................................ “incolto natural poeta”, infatti, nonostante la mancanza di un’istruzione adeguata, si cimentò, con discreto successo, in una poesia semplice e spontanea ma, nello stesso tempo, arguta e pungente prendendo spunto dagli avvenimenti paesani. I vastesi da sempre hanno mostrato affetto e stima verso quell’umile barbiere rimasto nella sua terra, ridotto in condizioni di miseria, fino a quando la morte lo colse all’età di 83 anni. |
![]() (da un quadro ad olio di Filippo Palizzi) |
Sedici
anni dopo fu effettuata una sottoscrizione pubblica per l’erezione
di una lapide in suo onore da
affiggersi nel cimitero. La proposta del comitato promotore arrivò in consiglio comunale il 15 maggio 1869 e, dopo la sua approvazione, il mese successivo due lapidi furono murate ai lati dell’ingresso principale del cimitero, dove ancora oggi si trovano: una dedicata ad Antonio e l’altra al fratello Domenico. Le stesse furono inaugurate il 7 novembre dello stesso anno, nell’anniversario della morte di Antonio. Entrambe le epigrafi furono dettate da Giacinto Barbarotta. Quella di Antonio così recita: OH!
LA NOBILE ANIMA / DI ANTONIO ROSSETTI / A DOMENICO E GABRIELE / MERAVIGLIOSI
INGEGNI / GERMANO PREDILETTO / ONESTO / PROBO UMANISSIMO / CITTADINO EMINENTE / DE’ COMPATRIOTI SUOI LA MISERIA MEDITANDO/ LA DIES ILLA / CANTICO INSPIRATO PRODUSSE: / L’UMANITA’ CONTRARIATA DIEDE IN LUI UN BARBIERE / ISTONIO / SEMPRE DEPLORERA’ ALTRA GLORIA ABORTITA: / MORIVA D’ANNI 83 / A DI 7 NOVEMBRE 1853. |
Per
dare un saggio della poesia di Antonio Rossetti,
citiamo alcuni brani declamati in occasione di un “Brindisi
recitato in un pranzo offerto dal Padre Guardiano nel Convento di S. Onofrio”. Il testo manoscritto è conservato presso la Biblioteca Comunale nel volume ms. 6/4/6. |
Canti
chi vuol cantare Perché io voglio mangiare Ed indi in fin di tavolo Io voglio predicare. Voi per un Pantalone E per un reo Buffone Mi avete preso già, Ma quando il mio Sermone Attenti ascolterete Voi vi ricrederete. L’impegno mio sarà Di far vedere a Voi Ch’io son fra i magni eroi Non sono un Pulcinella. Non sono un vil Brighella Ma son predicatore Esimio, e di valore… Giuro a tutte le porchette, Che farò le mie vendette! Corpo d’un gran Baccalà! Tant’aggravio a me si fa?... Che vegg’io mai nell’Atmosfera!... assiso Sù d’un gruppo di nubi in aria corre Il gran Pudente! ei già s’arresta, e fiso Il Vasto guata, e lui così discorre: Mia Patria Istonio Rosetti Antonio, è un Pulcinella, è un Pantalone è un vil Brighella e un reo Buffone… |
Questa
pizza molto vale Può mangiarla un Cardinale. Può mangiarla anch’un Sovrano. Viva il Padre Guardiano. Viva in tutte l’ore Della pizza pur l’Autore… Miserere Miserere! Quì buon vin si pensa a bere E si pensa a ben mangiare; Ed a ridere, e a scherzare! Dies illa dies ire! Nol volete Caro mio Signore Deh! al ciel chiedi o peccatore, Il perdon con ver dolore Del tuo reo trascorso errore Se sei vero Cristiano Viva il Padre Guardiano… Voi già in udire la mia dotta predica Con stile ricercato, arguto, e forte, Siete restati tutti a bocche storte! Credevate ch’io fossi un ruffiano? Evviva il degno Padre Guardiano. Evviva tutti, evviva l’allegria, Evviva questa nobil compagnia, Evviva la mia rozza poesia. |
stralcio
da art., a firma Lino Spadaccini, apparso su "www.noivastesi.blogspot.com"
- 13 nov. 2009 |
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La
figura di Antonio Rossetti ci piace perché era uno del popolo,
una persona semplice che non ha goduto la fortuna dei fratelli Gabriele
e Domenico, che per varie vicissitudini hanno lasciato la loro terra
senza farne più ritorno. E particolare era anche il rapporto tra i fratelli, basti pensare che nella corrispondenza Gabriele e Domenico si davano del tu, mentre con l’altro fratello Antonio si davano del Voi, in quanto ritenuto in un certo senso “inferiore” e non all’altezza della fama degli altri due. Ma Antonio Rossetti ci è simpatico anche per la sua ironia che ritroviamo perfettamente in una poesia conservata manoscritta presso l’Archivio Storico Comunale (ms.6/4/6 f.99) dal titolo: |
Ritratto
poetico del natural Vate Antonio Rossetti composta da lui medesimo: Non grande, non pigmeo, offeso il volto Dal vaiuolo; non grosso il naso molto; Gli omeri curvi; nero il crine e folto. Lumi loquaci, libero di mente, Gote vermiglie, bocca ognor ridente. E raro il mento dell’onor crescente. Sensibil core; in conversar gentile; Non mai superbo, né adulator, né vile; Sordo un po’, fido amico, e sempre umile. Del golfo Adriatico nato all’alme arene Dei’ cigno di Talìa e Melpomène Esperto attore in su le patrie scene. Mai sempre acceso dal calor Febeo; Non culto vate, ma cantor plebeo Perchè nemico fummi il fato reo. Di maschere inventor, di glorie vago: Di parrucche son fabbro, e ne son pago Ecco, o lettore, la mia vera imago. Sul foglio 106, dove si ripetono questi stessi versi è riportata la seguente nota:. “Questo ritratto formollo l’Autore quarant’anni addietro, ed allora era .poco sordo” |
stralcio
da art., a firma Lino Spadaccini, apparso su "www.noivastesi.blogspot.com"
- 8 marzo 2010
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Antonio Rossetti visse sempre in povertà, costretto più volte a chiedere un sostentamento al fratello Gabriele. Sempre tra i manoscritti conservati nell’Archivio Storico “G. Rossetti”, è conservato il testo di una Anacreontica che non è altro che una richiesta di aiuto in rima: |
La
tua benefica Mano diletta German, deh stendinci… Ah sì, l’aspetto. Un cor sensibile Ti diè Natura, Un’alma egregia Eroica e pura. Tu non degeneri No, dal mio core; Il tuo deh mostrami Fraterno amore. Tu in fra le glorie Vivi felice?... Di me sovvengati Son infelice. Son paralitico, Son vecchio ormai, Son sordo, e l’ernia Mi affligge assai. |
Il Giobbe appellami? Della Famiglia Nostra, mio genero, E ancor mia figlia. Da tutti in Patria Ah son nomato Rossetti Antonio Lo sventurato! Io per soccorrere Ah sì! I parenti, Sono fra ‘l numero Degl’indigenti! Manifestartelo Non mi vergogno… Germano aitami Molto ho bisogno. In fine stringoti Al cor senile, Ti bacio, o tenero German gentile. |
stralcio
da art., a firma Lino Spadaccini, apparso su "www.noivastesi.blogspot.com"
- 8 novembre 2013
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Antonio
Rossetti
Barbiere e Poeta Nasce
a Vasto, 8 marzo 1770, Antonio Rossetti.
Poeta come il fratello Gabriele, esercitò il mestiere di barbiere. Autodidatta, aveva una naturale attitudine a dettar versi, soprattutto di genere satirico. Di idee politiche liberali, fu fieramente antiborbonico e manifestò la sua avversione contro il regime illiberale, con invettive in versi. Rimasta famosa quella intitolata Dies Illa. Morì povero il 7 novembre 1853. stralcio
da "Lunarie de lu Uašte"
- ed. 2008 |
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