Figure di Vasto, da ricordare
Vincenzo Frasconi
Marchese e Ministro a Napoli, fece ottenere il Titolo e Privilegi di Città a Vasto, il 29 marzo 1710
(Vasto, 1673 - Napoli, 1719) - 46 anni
 
Vincenzo Frasconi nacque a Vasto nel 1673 da una nobile famiglia milanese trasferitasi a Vasto
verso la metà del ‘500. All'età di venti anni sposò, nella cappella di palazzo D'Avalos e in presenza
dei Marchesi, Francesca dei Baroni di Osses.
Il 7 agosto 1708, fu nominato Marchese
di Castelnuovo e Crecchio
e, dopo aver trascorso fuori di Vasto alcuni anni impegnato
in difficili incarichi pubblici, pervenne a
Napoli alla carica di Presidente della Real
Camera della Sommaria, l'equivalente
dell'attuale Ministero delle Finanze, al
servizio dei re Leopoldo e Carlo VI.
In seconde nozze sposò D. Eleonora di Capua
dei Principi di Conca.  In quel periodo (1710), avvalendosi della sua influenza negli ambienti della corte borbonica, fece attribuire a
Vasto, suo paese natio, il 29 marzo 1710,
il prestigioso Titolo e Privilegi di Città
(i privilegi connessi consistevano
essenzialmente nel diritto ad essere sede di pubblici uffici).
Ricoprì la carica di:
Ministro a Napoli degli imperatori Leopoldo
...e Carlo VI.
Presidente della Real Camera della
...Sommaria.
Restauratore del pubblico Erario.

A 39 anni, ricco di sostanze e di prestigio
sociale, devoto di San Gaetano da Thiene e affezionato ai padri teatini, che operavano
nella chiesa di S. Paolo Maggiore a Napoli,
comprò in questa chiesa la Cappella
Lapide realizzata dai pronipoti di Vincenzo Frasconi,
nel terzo centenario (1973) della nascita, conservata
per molti anni da Vittorio d’Anelli e donata, al Comune
di Vasto, dai suoi figli, dopo la scomparsa del padre
dell’Angelo Custode, completamente distrutta nel 1711, in seguito al crollo della torre campanaria.
Il Frasconi fece ricostruire la cappella su disegno del Solimena, e la impreziosì con un ricco altare
di marmo e rame dorato, e stucchi, collocandovi anche una statua marmorea rappresentante
l’Angelo Custode, scolpita dal maestro Domenico Antonio Vaccaro.

Alla sua morte, avvenuta alla giovane età di 46 anni, senza aver avuto figli, il corpo venne
tumulato nella sua cappella dove era presente una lapide con iscrizione latina, ma già rimossa
al tempo del Marchesani, dopo che erano stati eseguiti dei lavori di restauro.
Questo il testo della lapide riferita dal De Benedictis: VINCENTIUS FRASCONUS GENERE MEDIOLANENSIS, LEOPOLDI ET CAROLI VI. CAESARUM MUNIFICENTIA R. C.
SUMMARIAE PRAESES, ET MARCHIO CASTRINOVI ET CHRECHIAE, VARIIS PER ORBEM EDOCTUS PERICULIS AC LABORIBUS QUAM FUGACES MUNDI FORTUNAS AC
ILLECEBRAS, HIC SIBI ET HAEREDIBUS QUIBUSCUMQ. VIVENS FIXIT, UT NEC MORTUS
A CL. REGULARIBUS DIVIDATUR, QUORUM PARENTI CAJETARO THIANAEO OB
EGREGIA BENEFICIA UNICE DICATUS ENIXE SE, SUOSQUE COMMENDAT, ANNO
SANTIS MDCCXII.

I suoi collaterali con lo stesso cognome residenti a Vasto si estinsero prima del 1740.
Lo storico vastese Giuseppe de Benedictis visitò la cappella nel 1760 circa, in uno dei suoi
viaggi nella Capitale e trascrisse l'epigrafe funebre nella quale Frasconi da vivo esprimeva la
volontà di essere sepolto vicino ai resti di S. Gaetano da Thiene, presenti nella chiesa officiata
dai Padri Teatini.
I pronipoti di Vincenzo Frasconi realizzarono una nuova lapide, nel terzo centenario della
nascita, conservata per molti anni da Vittorio d’Anelli e donata al Comune di Vasto dai suoi figli,
dopo la scomparsa del padre.

stralcio da art., a firma Lino Spadaccini (20-12-2011) e art. di Giuseppe Catania (7-3-2016 e 1-6-2021)
apparsi sul blog "www.noivastesi.blogspot.com" di Nicola D'Adamo - M.S. 08/2023