Prov. di Pescara:
Scrittori
Gabriele D'Annunzio
Scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico, giornalista e, soprattutto, un patriota,
simbolo del Decadentismo italiano, del quale fu il più illustre rappresentante
assieme a
Giovanni Pascoli
, eroe di guerra, soprannominato il Vate cioè "il profeta"
(Pescara, 12/03/1863 - Gardone Riviera, 01/03/1938)
 
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Pastori e Transumanza
 
I suoi Amori e le sue Passioni
Gli amoretti precoci per:

Teodolinda Pomarici





Clemenza Coccolini





Gorella Gori

1879/1883 - Giselda Zucconi,
«Lalla»
, il primo amore
Figlia di Tito Zucconi, docente di lingue straniere del Cicognini di Prato, è la prima grande passione del Poeta ai tempi del collegio.
La relazione durò circa 4 anni, dal 1879 al 1883, interrotta dal matrimonio di D'Annunzio con Maria Harduin di Gallese.
1883/1887 - Maria Hardouin
di Gallese, «Yella», 1a moglie
La relazione della ventenne duchessina Mariella con d'Annunzio incomincia nel febbraio del 1883, osteggiata dalla famiglia. Dopo la fuga d'amore del 28 giugno 1883 e il disapprovato matrimonio, il 13 gennaio 1884 nasce a Pescara, il primogenito Mario; il 10 aprile 1886 nasce a Roma, il secondogenito Gabriellino e nell'autunno dell'anno successivo, nasce a Roma, il terzogenito Ugo Veniero.
Il 6 giugno 1890, Maria tenta il suicidio gettandosi dalla finestra di casa a Roma dove risiede coi figli da qualche anno. Il difficoltoso rapporto col marito fedifrago porta al distacco dei coniugi. Il loro rapporto tornerà amichevole solo durante il soggiorno francese, tanto che, per i saltuari soggiorni della moglie al Vittoriale, d'Annunzio riserverà la grande villa a tre piani Mirabella.

1884/1885 - Olga Ossani
, «Febea»
La giornalista era collega di D'Annunzio al «Capitan Fracassa»
e scriveva con lo pseudonimo di Febea. La relazione fra lei e il Poeta durò dal novembre del 1884 al marzo del 1885, quando s'interruppe con accordo di entrambe le parti, in vista del matrimonio di lei con il collega Luigi Lodi, che puntualmente avvenne.
1887/1892 - Elvira Natalia Fraternali Leoni, «Barbarella»
(Barbara Leoni). Elvira, incontrò Gabriele il 2 aprile 1887, quando
era già separata dal marito Ercole
Leoni. Di questa intensa relazione durata un lustro rimane ampia
traccia. L'ultimo incontro risale al 2 maggio del 1892, anche se il
c
arteggio si prolunga fino al 15
novembre, quando D'Annunzio,
ormai legato a Maria Gravina, si
congeda da Barbarella.

1892/1894 - Maria Gravina
Cruyllas di Ramacca,
«Moriccia»
Quando D'Annunzio la conobbe nell'estate del 1891, come moglie del conte Anguissola di San Damiano, Maria era già madre di quattro figli.
Il marito, nell'ottobre del 1892, sorprendendo gli amanti nell'appartamento di via Caracciolo a Napoli, dove s'incontravano da mesi, denunciò la coppia per adulterio.
Il 9 gennaio 1893 dalla loro relazione nacque Renata,
la figlia prediletta di d'Annunzio, l'ultima dopo i tre maschi avuti dalla moglie Maria Hardouin. Benché D'Annunzio mantenesse i rapporti con la Gravina per molti anni, a causa del mantenimento di Renata, già nel 1894, la relazione amorosa si può considerare estinta. Il 2 maggio 1895 la Gravina partorì un secondo figlio che D'Annunzio
non volle riconoscere a causa dei facili costumi della siciliana.
1895/1904 - Eleonora Duse, «Ghisola»
la più celebre passione del Vate,
fotografata verso il 1899
(f. sopra)
e verso il 1894 (f. sotto)




Nasce a Vigevano da una famiglia di attori girovaghi e raggiunge la popolarità come attrice nel 1878 al Teatro dei Fiorentini di Napoli.
Il primo incontro con Gabriele risale al viaggio veneziano del 1894 ma i biografi datano al 26 settembre del 1895 l'inizio della relazione amorosa che, non senza interruzioni, si protrasse per più di otto anni.
La Duse ebbe un'importanza fondamentale per l'opera letteraria dannunziana, introducendo il Vate alla drammaturgia e diffondendone la fama in Europa e oltre oceano.
Dal marzo del 1898, per avvicinarsi alla dimora di Settignano, dove Eleonora abitava, D'Annunzio affittò l'attigua villa trecentesca
"La Capponcina", riarredandola secondo il proprio gusto.
Nel 1904, in seguito all'ennesimo episodio di gelosia, l'attrice abbandonò l'amante infedele.
1903/1906-Alessandra Carlotti
di Rudinì
, «Nike», 2a moglie
Ribattezzata Nike per il fisico
statuario, era figlia del presidente
del consiglio italiano in carica nel
1896, Antonio Starabba di Rudinì,
e vedova del marchese Carlotti del Garda che era morto nel 1900 lasciandole due figli. Alessandra conobbe D'Annunzio e ne fu sedotta
nel novembre del 1903; Nel 1904
fu insediata alla Capponcina al
posto della Duse. Dopo il divorzio
dalla moglie D'Annunzio la sposò
nel
1905, ma l'abbandonò nel 1906.

1903/1913 - Maria Luisa
Casati Stampa,
«Coré»
D'Annnunzio incontrò la marchesa nel 1903 e il loro rapporto durò sporadicamente per un altro decennio tra Firenze, Venezia e Parigi. Relazione, ricca di eventi trasgressivi e originali, a causa dell'eccentricità della donna, collezionista di animali esotici e suppellettili bizzarre.
1907/1908 - Giuseppina Mancini Giorgi, «Amaranta»
La relazione fra D'Annunzio e la Mancini, moglie del conte Lorenzo Mancini, incomincia nel 1907. Già pochi mesi dopo, il Poeta la condusse con sé alla Capponcina per alcuni mesi. La relazione fra i due si estingue con la follia di Giuseppina nel 1908: solo nel 1911 la Mancini recupererà la salute mentale.
1908/1915 - Nathalie
de Goloubeff
, «Donatella»
Nel marzo del 1907, D'Annnunzio conobbe Nathalie, ribatezzata Donatella, moglie del conte russo Viktor Golubev, ma pacificamente separata dal marito. La loro relazione si svolse fra il maggio del 1908 e quello del 1915, non senza interruzioni. D'Annunzio fece di Nathalie la sua compagna durante il soggiorno francese e l'abbandonò per tornare in Italia all'inizio della guerra. La contessa morì nel 1941 in preda all'alcolismo e alla miseria.


1910/1915 - Romaine
Goddard Brooks
, «Cinerina»
Nella primavera del 1910 la ricchissima pittrice americana Romaine Goddard, ormai separata dal marito inglese John Ellingham Brooks dopo essersi apertamente dichiarata lesbica, avviava un'intensa relazione con D'Annunzio, che aveva incontrato la prima volta nel 1909.
I trasgressivi incontri con la pittrice bisessuale, continuarono sporadicamente per anni. Durante i numerosi incontri parigini e veneziani, Romaine Brooks dipinse ben tre ritratti del Poeta.

1911/ - Amélie Mazoyer,
«Aélis»
La ventiquattrenne parigina Amélie, ribattezzata Aélis, incominciò a servire D'Annunzio come governante durante il soggiorno francese, nel giugno del 1911. Seguì poi il Poeta in Italia, separandosene solo dopo il periodo fiumano, quando rimase a Venezia fino all'ottobre del 1922, allorché s'insediò come governante al Vittoriale, destinata ad assistere D'Annunzio nelle sue perversioni, a volte come protagonista, a volte come gelosa intermediaria.
1916/1919 - Olga Levi Brunner, «Venturina»
La relazione fra D'Annunzio e la cantante e musicista triestina, conosciuta nel giugno 1916 a Venezia, dove Olga viveva col marito, a Palazzo Giustiniani, incomincia nel dicembre dello stesso anno. La relazione fra Gabriele e Olga si estingue nell'autunno del 1919, quando l'amica Luisa Bàccara prenderà il suo posto nel cuore del Poeta.

Maria Antonietta Avveduti
1919/1927 - Elena Sangro,
attrice,vastese
Fascino, sensualità, bellezza e seduzione, queste le doti della splendida attrice vastese, diva del cinema muto. Un primo incontro
tra il poeta e Maria Antonietta Bartoli Avveduti, nome di battesimo, avvenne a Roma nel 1919, e probabilmente proprio da questo incontro che nasce
il nome d’arte Elena Sangro. Tra i
due scoccò subito la scintilla e gli incontri furono sempre più frequenti, fino al 1927 durante un lungo soggiorno
al Vittoriale.
Causa della rottura:
il poemetto “Carmen Votivum”, dedicato “Alla piacente”. Il carme,
vero e proprio inno erotico carico
di sensualità, promesso all’attrice doveva rimanere segreto, ma il
Poeta lo fece pubblicare dalla Mondadori, in un limitato numero
di copie da distribuire agli amici,
fra i quali Benito Mussolini.
L’attrice non gradì molto il gesto e
fu quello motivo di rottura tra i due.
1919/- Luisa Baccara,
nei giardini del Vittoriale, «Smikra»
Donna affascinante che Gabriele conosce a Venezia nel 1919 e che sarà accanto a lui nell'impresa di Fiume, poi a Venezia e infine al Vittoriale fino alla morte del poeta, sopportandone con tolleranza le sue innumerevoli avventure erotiche. Musicista di talento, aveva deciso di lasciare le scene, per esibirsi al pianoforte, in esclusiva, per il suo amato Vate.
Fonti: www.gabrieledannunzio.net in data 23 febbraio 2013 e varie - M. S. 23/02/13

Gabriele D'Annunzio e le sue numerose amanti

Tutte attratte dal suo irresistible fascino.
La Duse per lui dilapidò un patrimonio

Si discute e si scrive molto sugli amori di Gabriele D'Annunzio e la
letteratura rosa e salottiera annovera una più che diffusa raccolta
di pubblicazioni di grande e comprensibile interesse, spesso al confine
della morbosità
. 
 Anche perché,  nell'abbondante e vario carteggio
lasciato dal Vate nel Vittoriale
, sovente affiorano accenni di empiti
amorosi che D
'Annunzio avvertiva stimolato da irresistibile trasporto
Se poi scorriamo la cronologia della vita di Gabriele D'Annunzio (nato a Pescara il 12 marzo 1863) veniamo a scoprire che:
Nel 1881, si fidanzia a Firenze, con Giselda Zucconi, che era figlia del docente di lingue
...straniere all'Istituto Cicognini di Prato, dove il Vate studiava. Ma, nonostante le ripetute
...promesse di matrimonio, dopo conseguita la licenza liceale, D'Annunzio decise di lasciare la
...fidanzata, che chiamava "Lalla", col pretesto di trasferirsi a Roma per frequentare la facoltà
...di lettere.all'Università.  Qui, dopo aver stretto amicizia con il pittore Francesco Paolo Michetti
.. di Francavilla, conosce Scarfoglio e Pascarella, iniziando a collaborare con giornali e riviste, non
...trascurando di dare alle stampe numerose opere poetiche e letterarie.
Nel 1883, sposa la duchessa Maria Hardouin di Gallese e l'anno dopo diventa papà del
...primogenito Mario; nel 1886 viene alla luce il secondo figlio, Gabrielino e nell'autunno dell'anno
...successivo, nasce Ugo Veniero.

Nel 1884, conosce, Olga Ossani, giornalista, scrittrice e femminista italiana, (Roma,
.. 24/5/1857- 11/2/1933), una scappatella, nell'autunno del '84. Tra i due nasce una breve
...storia d'amore e.la figura di Elena Muti de "Il Piacere", come testimonia la corrispondenza tra i
...due, e la .separazione tra due amanti nella novella "Il Commiato", riflettono il rapporto fra
...D'Annunzio e .Olga. La relazione amorosa, di comune accordo, termina nel marzo 1885, quando
...Olga decide di .sposare il giornalista Luigi Lodi, suo collega al "Capitan Fracassa".
Nel 1887, scoccano le prime scintille amorose e D'Annunzio perde la testa per Elvira Natalia
...Fraternali
, sposata Leoni, che il Vate chiama "Barbarella" e con lei convive a Venezia,
...mentre a Roma la moglie Maria di Gallese dà alla luce il terzogenito, Veniero. L'anno successivo è
...a Francavilla al Mare, ospite dell'amico Francesco Paolo Michetti, per la stesura del romanzo
..."II piacere".  Durante l'estate del 1889, insieme a "Barbarella" è a San Vito Chietino. Nel 1890
...decide di separarsi dalla moglie Maria, che, per il dispiacere, tenta il suicidio, e, dopo un periodo
...di isolamento a Francavilla, si trasferisce a Napoli. Ma, intanto:
Nel 1892, conosce Maria Gravina che D'Annunzio chiama «Moriccia», e, soppiantando
..."Barbarella", si unisce alla nuova amante che attende da lui un figlio. Infatti, nel 1893 Maria
...Gravina partorisce una bimba chiamata Renata.  Renata, figlia molto amata dal Poeta che la
...chiama affettuosamente “Cicciuzza”, viene ricordata per la sua vicinanza ed assistenza al
...padre nel periodo in cui era in convalescenza a Venezia, nella “Casetta rossa”, per l'incidente
...all'occhio destro verificatosi dopo un ammaraggio brusco nelle acque di Grado, nel 1916. A lei si
...deve la trascrizione e il riordino dei cartigli scritti dal Poeta bendato, utilizzati in seguito per la
...redazione del Notturno, pubblicato nel 1921. Renata muore nel 1976 e viene sepolta nel
...cimitero del Vittoriale.
Nel 1895, conosce Eleonora Duse a Venezia. ...Tra una incessante attività poetica e letteraria,
...insieme alla Duse è a Marina di Pisa, poi a
...Parigi con Sarah Bernhard. Affitta a
...Settignano, nella collina fiorentina, la
..."Capponcina" antica dimora dei Capponi. 
...Nel 1899 viaggia molto visitando l'Egitto, la
...Grecia, toccando Palermo per incontrare la
...Duse in.tournèe, per andare, a settembre, a
...Vienna e poi in Germania. Per Gabriele
...d'Annunzio Eleonora .Duse, protagonista nella
..."Pioggia nel Pineto" e ne "II Piacere", spese
...ingenti somme per
mantenerlo, anche se

...l'amante la trascura, preferendola alle altre "sue" donne, nella speranza .vana di averlo
...accanto, anche comprandogli una villa nei pressi di Venezia. .Anche se la Duse ritorna da
...Gabriele, restandogli accanto fino al 1904, il Vate l'abbandona per
innamorarsi di:

Nel 1903, Alessandra di Rudini, figlia del presidente del Consiglio, divorziata con due figli,
...e la chiama "Nike" per la sua grossa statura e con lei viaggia facendosi notare nella vistosa
..."Florentia". Alessandra conosce D'Annunzio e ne fu sedotta nel novembre del 1903; Nel 1904
...fu insediata alla Capponcina al posto della Duse. Dopo il divorzio dalla moglie D'Annunzio la
...sposa nel 1905, ma l'abbandona nel 1906.
Nel 1903, D'Annnunzio incontra la marchesa Maria Luisa Casati Stampa, «Coré» e il loro
...rapporto dura sporadicamente per un altro decennio tra Firenze, Venezia e Parigi. Relazione,
...ricca di eventi trasgressivi e originali, a causa dell'eccentricità della donna, collezionista di
...animali.esotici e suppellettili bizzarre.

Nel 1907, Gabriele D'Annunzio conosce Giuseppina Giorgi Mancini (che il Vate chiama
..Giousini o Amaranta) abbandonando definitivamente Alessandra di Rudini che aveva
...subito tre interventi chirurgici e che era ormai preda della morfina. Frattanto, nel 1908,
..."Amaranta", in preda alla disperazione per il rimorso di aver offeso l'onore del proprio marito,
...esce di senno e viene rinchiusa in manicomio. 
...Gabriele D'Annunzio nel suo "Solus ad solum" annota disperatamente l'angoscia dei suoi giorni,
...Ma, nonostante tutto, nuovamente si innamora:
Nel 1908, della russa Nathalie de Goloubeff, detta Donatella. Incominciano, intanto, i guai
...finanziari e nel 1910 è costretto a fuggire in Francia, prima a Parigi e poi ad Arcachon, inseguito
...dai creditori, insieme alla sua amante, frequentando:
Nel 1910, assiduamente la pittrice americana Romaine Goddard Brooks, ricchissima e
...lesbica, autrice di alcuni ritratti del Vate. Gabriele D'Annunzio le appioppa il soprannome
..."Cinerina", ma, indomito più che mai, Gabriele D'Annunzio a Parigi ebbe come amante la
...propria governante:
Nel 1911, Amélie Mazoyer conosciuta in Francia giugno del '911 quando lei aveva 24 anni e
...lui il doppio. D'Annunzio si separa da lei solo dopo il periodo fiumano, quando rimase a Venezia
...fino all'ottobre del 1922 per poi riprenderla definitivamente al Vittoriale.

Nel 1916, dopo una parentesi dedicata agli episodi guerreschi (perde l'occhio destro), conosce
..Olga Levi Brunner (che lui chiama "Venturina").
Nel 1919, conosce Maria Antonietta Avveduti in arte Elena Sangro, attrice, vastese.
Nel 1919, la pianista Luisa Baccara (detta "Smikra") che rimane con lui fino alla morte
...avvenuta il 1° marzo 1938.

Un ricchissimo e variopinto "carnet" amoroso quello di
Gabriele D
'Annunzio che, indubbiamente, è passato alla storia,
nel novero di quella particolare categoria di impenitenti amanti
.
 
stralcio dall'art., a firma Giuseppe Catania, apparso su "www.noivastesi.blogspot.com", 12 settembre 2018

Gabriele D'Annunzio
Visse nel lusso e nella trasgressione,
sempre inseguito dai suoi creditori
Condusse un'esistenza al di sopra delle sue possibilità per impressionare le amanti,
truffando i finanziatori e accumulando debiti
: tutti i suoi beni, alla fine, furono sequestrati
Gabriele D'Annunzio, poeta e scrittore fra i più apprezzati d'Italia, autore di libri entrati nella storia della letteratura, come Il piacere e La figlia di Iorio, e di poesie celeberrime, come La pioggia nel pineto, senza dubbio fu un personaggio straordinario: oltre a essere stato un grande poeta e scrittore, è stato un militare, un politico, un giornalista e, soprattutto, un patriota.
Ma si distinse anche per il suo grande spirito, che sapeva sedurre le donne con la sua ineguagliabile galanteria e incantare gli uomini con conversazioni colte.
Ma dietro il personaggio leggendario che amava la vita raffinata si nascondeva un temperamento sanguigno, sbruffone e trasgressivo senza alcun limite, tanto che contrasse debiti che gettarono sul lastrico la famiglia e visse perennemente inseguito dai creditori e costretto a scrivere per pagarli.

«Ho sempre amato la bella vita e le belle donne ma è colpa di mio padre» Francesco Rapagnetta, un possidente terriero che subiva molto il fascino femminile, s'indebitava con facilità ed era riuscito a salvarsi economicamente facendosi adottare da uno zio ricco, Antonio D'Annunzio, e, pur di fare contento lo zio, trasmise il suo cognome anche al figlio Gabriele.
Fu il padre a volere pubblicare a sue spese la prima raccolta di poesie, Primo vere, che Gabriele scrisse nel 1879 ad appena sedici anni: il successo fu così clamoroso da aprirgli le porte dei salotti di Roma, città in cui si trasferì per gli studi universitari.
Conquistò subito molti cuori con i suoi modi galanti e audaci: «Vuole coricarsi con me, gentile signora?», diceva alle donne facendole arrossire.
Quasi tutte gli rispondevano di sì e D'Annunzio si trovò a vent'anni con molte amanti, che copriva di regali generosi, iniziando ad accumulare debiti, ma anche con una moglie, la duchessina Maria Hardouin, che sposò il 28 luglio 1883 con un matrimonio "riparatore" perché era incinta. Il matrimonio durò poco, nonostante la nascita di tre figli in tre anni.
La donna decise di separarsi da lui nel 1890, l'anno dopo la pubblicazione del primo romanzo di D'Annunzio, Il piacere.
Arrivò un'altra donna a risollevare le sue finanze. Era bellissima, famosa più di lui, una grande attrice teatrale: Eleonora Duse.
Avviarono una corrispondenza epistolare nel 1892, e, quando si incontrarono, due anni dopo, a Venezia, sbocciò una passione travolgente: «Vi trasformerò nel più grande scrittore di tutti i tempi», gli diceva lei, portando in scena tutti i drammi del suo amante, da Francesca da Rimini a La città morta, finanziando le produzioni teatrali e attirando su D'Annunzio l'attenzione del pubblico e della critica.
Per interesse o per riconoscenza, nel 1898, lo scrittore si trasferì a Settignano, nel Comune di Firenze, a villa La Capponcina, proprio per stare vicino alla Duse che abitava lì.
«Voglio vivere come un principe rinascimentale», disse, arredando le maestose stanze con mobili quattrocenteschi. Si diede a spese pazze: acquistò decine di cavalli e di cani levrieri per lasciarli liberi nel parco della villa, tenuto da schiere di giardinieri, e al campanello della villa ogni giorno i domestici aprivano a decine di fornitori che consegnavano abiti da sera, ceramiche, libri antichi. Tutte spese che, secondo le malelingue, erano saldate dalla Duse.
Un palcoscenico ideale per vivere un amore burrascoso che, a poco a poco, si incrinò per i tradimenti del poeta. Finì bruscamente quando Eleonora Duse venne a sapere del tradimento con Alessandra di Rudinì.
Nel 1904 arrivarono alla rottura definitiva ma D'Annunzio sembrò più preoccupato per le mancate generose sovvenzioni dell'attrice che per l'amore finito.
Continuò la sua vita da megalomane per impressionare le sue amanti, truffando i suoi finanziatori e accumulando debiti.
«Scriverò qualche opera in più per pagare questi creditori così noiosi», ripeteva, componendo
le Laudi, Le faville del maglio, II fuoco, La nave e Fedra. Ma alla fine del mese le spese superavano di gran lunga le entrate. I creditori lo attendevano al cancello della villa, gli avvocati gli mandavano ingiunzioni di pagamento e tutti i suoi beni furono posti sotto sequestro.
Un giorno D'Annunzio prese una decisione drastica: «Me ne vado in volontario esilio. Non posso trascorrere la mia vita trattando con questi avvoltoi», disse quando nel 1910, in completo tracollo finanziario, decise di scappare dall'Italia.
Accettò l'offerta di Giovanni Del Guzzo, un ricco emigrato in Argentina, che lo invitò per una serie di conferenze.
Partì il 25 marzo per Parigi, prima tappa per il trasferimento Oltreoceano. Ma finì per restare in Francia per cinque anni, prima a Parigi poi ad Arcachon, una cittadina di mare tra l'oceano Atlantico e le foreste di pini: grazie alla sovvenzione dell'editore Calmann-Lévy, che ne tradusse le opere, riuscì a condurre la stessa esistenza raffinata e lussuosa che aveva in Italia, mangiando ostriche e bevendo champagne.
«Sono nel più bel posto dell'universo», scriveva agli amici italiani. «Tutta la pineta odora attorno a me. Sono sempre accolto con pazza gioia dai miei cani. Ieri li ho condotti al galoppo sulla spiaggia, sono rimasto a cavallo tutto il giorno e nella stanchezza ho ritrovato il sonno. Lontano dalla patria avevo accessi di malinconia e di angoscia orribili. Ora sto bene e ho potuto ricominciare a lavorare con maggiore entusiasmo».
Tuttavia nell'aprile 1915, quando l'Italia fu sul punto di entrare nella Prima guerra mondiale, decise di ritornare a Settignano.

Gli arredi della villa La Capponcina furono messi all'asta.
Con i ricavi della vendita furono pagati i primi creditori. Però a fargli dimenticare per qualche tempo i debiti fu la guerra: nonostante avesse superato i cinquant'anni decise di arruolarsi per combattere contro l'Austria-Ungheria, facendo incursioni aeree e rendendosi protagonista di azioni valorose.
L'apice del suo successo e della sua ambizione lo raggiunse quando con una colonna di volontari occupò nel 1919 Fiume, oggi in Croazia. Nominandosi capo di questa città, scrisse una Costituzione provvisoria con una serie di leggi che prevedevano la depenalizzazione dell'omosessualità, allora condannata, del nudismo e dell'uso della droga.
Finita l'esperienza da guerriero, nell'ultima parte della sua esistenza D'Annunzio tornò nel lusso e nella trasgressione.
Si trasferì a vivere al Vittoriale, una villa-mausoleo a Gardone Riviera, in provincia di Brescia, sul lago di Carda, che arredò come un museo anche grazie a un vitalizio mensile del regime fascista: qui si spense il
in uniforme di aviere
primo marzo 1938 per un'emorragia cerebrale, circondato dai cimeli di una vita vissuta coerente con il suo "credo", che ripeteva:
«La passione in tutto. Desidero le più lievi cose perdutamente,
come anche le più grandi
. Non ho mai tregua
».
stralcio dal settimanale Dipiu - n. 38 del 26 settembre 2016