Storie di Vasto:
Ricordo di quel 25 Aprile 1945 a Vasto
 
Corrado Bonfantini e Mario Borsa
ospiti del
Campo di Concentramento di Vasto Marina
Dal 1940 al 1943 Il Campo di Concentramento di Vasto (Istonio) Marina ospitò 180 “italiani ritenuti pericolosi” - Tra questi Corrado Bonfantini e Mario Borsa che segnarono due momenti importanti per la storia d’Italia, proprio il 25 aprile 1945
 
Corrado Bonfantini (Novara, 22 febbraio 1909 – 10 agosto 1989) comandante delle formazioni "Matteotti", a Milano, fu il primo a dare l'annuncio dell'avvenuta liberazione della città dai microfoni della stazione radio di Porta Vicentina. (Dopo il 25 aprile, fu deputato alla Costituente e poi alla Camera, nelle prime due legislature.
 

Mario Borsa (Regina Fittarezza, 23 marzo 1870 – Milano, 6 ottobre 1952) fu il nuovo direttore del Corriere della Sera designato dal Comitato di liberazione Nazionale che firmò il giornale del 26 aprile 1945 con il titolo "Milano insorge contro i nazifascisti".
Il Comitato Nazionale di Liberazione aveva affidato la direzione del giornale a Borsa in virtù del "suo passato adamantino di giornalista schivo da ogni compromissione e di tenace assertore dei principi di libertà e di giustizia sociale, in omaggio ai quali, sotto il fascismo aveva sofferto due volte il carcere, due anni di ammonizione e in più a 70 anni il campo di concentramento a Istonio Marina…".
Borsa scrisse parecchi libri. In "Memorie di un redivivo" racconta il suo trasferimento presso il campo di concentramento di Vasto Marina.
“Una sera, finalmente, mi avvisarono che la mattina dopo sarebbero venuti i carabinieri a prendermi per portarmi nel campo di concentramento di Istonio Marina”, racconta Borsa che era in prigione ed aveva 70 anni.
“Feci un fagottello delle mie robe.…salutai ad uno ad uno i miei compagni di cella…giunto abbasso, denudato, passata un’altra visita, riavute di ritorno le cose mie, fui consegnato ai carabinieri, che in presenza del Commissario, mi misero le manette. Una volta in strada, diretti alla stazione, l’appuntato me le tolse dicendomi: mettete le mani sotto l’impermeabile che non si veda che le avete libere!”
“Arrivammo a Milano. Offrii al buffet della stazione la colazione ai miei due angeli custodi che erano stati gentilissimi. Mi dissero che, dovendo viaggiare in tradotta, ci avremmo messo due giorni per arrivare ad Istonio e che avrei dovuto dormire nelle carceri di Bologna prima, e poi in quello di Ancona. Se invece avessi pagato io il biglietto per me e per loro, avremmo preso il diretto e saremmo arrivati ad Istonio alle due di notte. Accettai subito di pagare il biglietto. Era un sabato d’agosto, stagione dei bagni. Il treno era affollatissimo”.
Nel libro Borsa dice : “Non dirò molto del campo di concentramento di Istonio Marina. C’era un centinaio e più di professionisti, avvocati, medici, professori, giornalisti, scrittori: trovai molti amici vecchi, molti ne feci di nuovi. Anche là tutto procedeva…seriamente. Il Commissario era un buon diavolaccio; non ebbe mai nulla a rimproverarmi…Immaginate che quando giunse il telegramma da Roma per la mia liberazione, me ne diede la comunicazione tutto commosso e la sera mi volle accompagnare alla stazione, portandomi lui la valigia!”.

Per una combinazione del caso, in quei giorni dal 26 luglio all'8 settembre 1943, il vastese Ettore Janni (1875-1956) fu nominato direttore del Corriere della Sera. Janni era stato critico letterario del Corriere e deputato al Parlamento, si era ritirato a vita privata all'avvento del fascismo. Borsa conosceva Janni.
In più Borsa conosceva molto bene Raffaele Mattioli, antifascista. Nel 1946 si costituì a Milano l'associazione Casa della Cultura con 19 soci, con Mario Borsa (direttore del nuovo Corriere della Sera) alla presidenza. Tra glia altri: Raffaele Mattioli (il prestigioso presidente della Banca Commerciale), Alberto Mondadori, Gaetano Baldacci (direttore del Giorno), gli scrittori Giovanni Titta Rosa ed Elio Vittorini, l'editore Giulio Einaudi.

da Nicola D'adamo - e- mail: nicoladadamo@tin.it, Vasto, aprile 2004

mercoledì 25 aprile 2018
Festa della Liberazione: Cerimonia a Vasto
"Il ricordo della Liberazione d’Italia non è, né deve essere, un semplice, annuale,
appuntamento con la memoria
: perché il 25 Aprile è la Festa degli italiani di ogni
generazione che vogliono celebrare degnamente la propria libertà
, l’opportunità,
cioè
, di sapersi svincolati da ogni potere oppressivo ed antidemocratico e, quindi,
capaci di essere sempre protagonisti e costruttori efficaci del bene comune
".

E' un passaggio del discorso ufficiale del sindaco di Vasto,
Francesco Menna,
nell'ambito della cerimonia mattutina in occasione della 73^
celebrazione dell'Anniversario della Liberazione d’Italia
- celebrazioni organizzate dal Comune e dall'Anpi -.
25 aprile 2018, M.S.

Composizione dialettale del poeta contemporaneo vastese Fernando D'Annunzio
Libbertà

A'ddentr' a 'na cajòle tu ave' nate,
n' putì' sapè chi è la libbertà.
E i' huardann'a tte aje pinzàte:
-Tu tì' li scènnele! Tu adà vulà! -

Lu cangillette t'aje spalancàte
e tu, gna ci vuliss' aripinzà,
prime di jìrtene mi si huardàte,
n' sapìve manghe tu ch'avìva fa'.

Beàt' a tte!... Fore da la cajòle
truve nu ciele che n' finisce ma',
la libbertà li truve nghi nu vole.

Pe' nu' invece, chi è la libbertà?
E' 'na speranze o è sole 'na parole?
Forse li sème perse?... Chi li sa...

Pe' cunquištarle, pùviri 'mbicille,
mittéme 'nturn' a nu' mure e cangille.


Libertà
Traduzione dal dialetto abruzzese:.....................
Dentro una gabbia tu eri nato,
non potevi sapere cos’è la libertà.
Ed io guardando te ho pensato:
- Tu hai le ali! Tu devi volare! -

Il cancelletto ti ho spalancato
e tu, come volessi ripensarci,
prima di andartene mi hai guardato,
non sapevi neppure tu cosa fare.

Beato te!... Fuori da quella gabbia
trovi un cielo che non finisce mai,
la libertà la trovi con un volo.

Per noi invece, cos’è la libertà?
E’ una speranza o è solo una parola?
Forse l’abbiamo persa... Chi lo sa?...

Illudendoci di conquistarla, poveri imbecilli, mettiamo intorno a noi muri e cancelli.