Storie di Vasto:
Giornata della Memoria, a Vasto
27 gennaio 2023: per non dimenticare, 78 anni dopo
 
Il 27 gennaio di ogni anno, giornata anniversario mondiale della Memoria, ha il merito di tributare un omaggio ai milioni di individui, di ogni razza, confessione, ideologia,vittime di violenza cieca, e trasmettere un’esortazione: che una delle più terribili pagine della storia non venga dimenticata. Una pagina di orrore e
liberazione
, poiché in quel giorno, 27 gennaio 1945,  il campo di sterminio di Auschwitz venne liberato e si palesò con raccapriccio ciò di cui quei luoghi erano
stati testimoni e depositari
.
Si deve all’impegno di Marco Furio Colombo, (noto anche con lo pseudonimo di
Marc Saudade
, nato a Châtillon, nella Valle d'Aosta, da una famiglia ebraica, il 1° gennaio 1931 - giornalista, scrittore e politico italiano), se questa celebrazione è
stata istituita in Italia nel 2000
. Ratificata con la risoluzione 60/7 dall’Assemblea
generale dell’ONU il 1° novembre 2005
.

stralcio da art., a firma Gabriella Izzi Benedetti, apparso sul blog "www.noivastesi.blogspot.com" di Nicola D'Adamo
- Vasto, 26 gennaio 2021 e notizie varie, M.S., 01/2022


Giorno della Memoria 2021

DOPPIO EVENTO IN PROGRAMMA PER IL GIORNO DELLA MEMORIA A VASTO
In occasione del Giorno della memoria l’Amministrazione comunale insieme all’Anpi di Vasto ha organizzato un doppio evento. Il primo appuntamento per mercoledì 27 gennaio in Piazza Rodi a Vasto marina dove è in programma la deposizione di una corona d’alloro presso il cippo dell’ex campo di internamento di Istonio Marina.
Il secondo evento domenica 31 gennaio in live streaming dal Teatro Rossetti.
L'ANPI di Vasto - ha concluso il presidente Domenico Cavacini - nella Giornata della Memoria
vuole ricordare le donne che nei campi nazisti hanno visto cancellare vite, dignità, affetti e,
insieme a loro, quanti hanno testimoniato attraverso le parole e la musica l'esperienza della Shoah. Da qui la proposta, subito accolta dall’Amministrazione comunale, di uno spettacolo teatrale con
la lettura di testi di donne che hanno vissuto il dramma dell’olocausto, da Etty Hillesum a Anna
Frank, da Liliana Segre a Elisa Springer e altre. Ai testi si accompagneranno musiche eseguite
dai maestri della Scuola civica musicale di Vasto tratte dalla “Antologia delle musiche concentrazionarie” (frutto delle ricerche dell’Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria).

stralcio da articolo, apparso sul blog "www.noivastesi.blogspot.com"- Vasto, 26 gennaio 2021, M.S., 01/2022

Giorno della Memoria 2020
Il 27 gennaio 2020 per la Giornata della Memoria il Comune di Vasto insieme con l’A.N.P.I. e la Scuola civica musicale ha organizzato al Teatro Rossetti alle ore 19, lo spettacolo teatrale:
Segre. Come il fiume

scritto e diretto da Antonio G. Tucci e interpretato da Alberta Cipriani.
Lo spettacolo raccoglie le memorie di Liliana Segre in una narrazione cruda e commovente, ripercorrendo la sua infanzia, il rapporto con l’adorato papà Alberto, le persecuzioni razziali, il lager, la vita libera e la gioia ritrovata grazie all’amore del marito Alfredo e ai tre figli.
L’ingresso è gratuito. L'evento sarà preceduto dalla esecuzione di brani tratti dall’Antologia della Musica Concentrazionaria, a cura della Scuola civica musicale di Vasto.

stralcio da http://www.comune.vasto.ch.it - pubblicato lunedì, 20 Gennaio 2020




Giorno della Memoria 2015
Il Sindaco depone una corona di alloro presso
il cippo del Campo di Internamento di Istonio Marina
"Non dimenticate mai che la violenza e la guerra sono nemici della libertà e della democrazia,
non dimenticate mai il rispetto degli altri e dei loro diritti,
non dimenticate mai tutti coloro che hanno sacrificato
la propria vita per permetterci di vivere in un mondo libero
".
Lo ha detto il Sindaco di Vasto,

Luciano Lapenna, agli studenti

delle scuole medie inferiori in

occasione della
"Giornata della Memoria"
a margine della

deposizione della corona di alloro

presso il cippo del campo di

internamento di Istonio Marina.

Vasto, 27 gennaio 2015
stralcio da "www.noivastesi.blogspot.com" - 27 gennaio 2015

Ricordo del Campo di Concentramento fascista di Vasto Marina (ex. Istonio)
Con la Legge 211/00 "la Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data
dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, Giorno della Memoria, al fine di ricordare la
Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini
ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro
che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a
rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati".
Il Campo di Istonio Marina fu uno dei primi campi abruzzesi ad essere
allestiti. Nel campo vi si internarono , soprattutto, italiani ritenuti
"
pericolosi" e solo negli ultimi mesi, precedenti la chiusura, gli slavi.
 
Ma chi erano questi "italiani pericolosi"
(molti dei quali persone di cultura) internati a Vasto dal 40 al 43?

Don Luigi Anelli, direttore della Biblioteca Comunale,
che quotidianamente riceveva la visita di alcuni internati,
diceva che si trattava di brave persone ed a vedere le loro
biografie forse aveva ragione
.

Gli internati a Vasto Marina, trovarono nel direttore della
Biblioteca comunale, un uomo aperto, persona colta, che seppe
apprezzare la loro presenza e condividere la loro situazione
.
 
Ricordiamo in questa triste occasione alcuni tra i più noti:
Bonfantini Corrado (1909 -1989) nacque in una famiglia di antica vocazione socialista. Fin
da adolescente, all'indomani del delitto Matteotti aderì alla lotta antifascista: nel 1925 si aggregò
al Psu e nel 1927 al Pcd'I, dal quale fu espulso nel 1933. Nel 1928 fu deferito al Tribunale speciale
e condannato per congiura contro il governo. Seguirono altri arresti e condanne a confini politici
prima all'isola di Ponza, poi a Vasto ed infine alle Tremiti, da dove venne liberato, per
disposizione ministeriale, nel 1943.
Dopo il 25 aprile, fu segretario della federazione torinese del Psiup, deputato alla Costituente e
poi alla Camera, nelle prime due legislature.
Proprio Bonfantini diventa il principale contatto di Silvestri per realizzare il «ponte».
Nell'imminenza del crollo finale, Mussolini decide di uscire allo scoperto. Convoca Silvestri alla Prefettura di Milano e gli affida una lettera da consegnare all' esecutivo del partito socialista. La lettera giunge sul tavolo di Pertini e Nenni. Il futuro presidente della Repubblica la straccia e, furibondo, urla a Silvestri di andare a riferire a Mussolini che coi fascisti non si tratta e che l' unica cosa da fare è rimettersi alla giustizia del popolo. Finisce così il «ponte» e finisce anche il fascismo.
 
Borsa Mario (1870 - 1952). Direttore del Corriere della Sera nel 26 aprile 1945 quando nel primo numero annunciava a tutta pagina "Milano insorge contro i nazifascisti". Il C.N.L. aveva affidato la direzione del giornale a lui in virtù del "suo passato adamantino di giornalista schivo da ogni compromissione e di tenace assertore dei principi di libertà e di giustizia sociale, in omaggio
ai quali, sotto il fascismo aveva sofferto due volte il carcere, due anni di ammonizione e in più il
campo di concentramento...".
 
Cione Edmondo, nell' ambiente universitario si era guadagnato il soprannome di o'vaccariello,
il vitellino che segue sempre la madre, per il suo vivere all' ombra del maestro Benedetto Croce. Fino al 1943 Edmondo Cione è un oscuro docente di filosofia napoletano, punito per il suo antifascismo con sei mesi di confino. Ma si trova a Milano dopo il 1943. Il Duce ha ormai compreso che la guerra è perduta e pensa che i contatti di Cione con gli antifascisti potranno essergli utili quando arriverà il momento della resa dei conti. O'vaccariello ottiene dal Duce anche l' autorizzazione per fare uscire un quotidiano e per fondare un Centro Studi Sociali. Ma tutto durò poco. Il filosofo fa ancora in tempo a incontrare per l' ultima volta il Duce e a raccogliere una frase
da consegnare alla storia: «Mussolini non esiste più. Se ora gli antifascisti mi fucilano, ebbene, ne
è valsa la pena». Cione non segue il Duce nella carovana per Dongo e così salva la pelle. Nel dopoguerra si ricostruirà una carriera nella Democrazia Cristiana a Napoli.
 
Damen Onorato. (1894-1979), rivoluzionario italiano, membro della Frazione astensionista
del PSI, fu tra i fondatori del PCd'I, del Comitato di Intesa (frazione di sinistra all'interno del medesimo partito) ed infine del Partito Comunista Internazionalista. Importante figura della
sinistra italiana con grande influenza sulle evoluzioni politiche italiane dall' inizio del 900 agli
anni 1970.
 
Giolli Raffaello. Nato ad Alessandria nel 1889, morto a Gusen (Mauthausen, Austria, campi
di concentramento nazisti tedeschi), il 6 gennaio 1945, insegnante, storico e noto e raffinato critico d'arte. Fondatore della prima rivista italiana d'arte contemporanea (1927, che divenne poi
Poligono), fu negli anni Trenta del secolo scorso protagonista del rinnovamento culturale delle
arti figurative italiane.
Il professore subì, nel luglio del 1940, un primo arresto da parte della polizia, che incarcerò, per le
sue idee antifasciste (poi confinato a Vasto, allora Istonio) assieme al figlio diciannovenne Paolo.
A settembre 1944, i militi della famigerata "Muti" entrarono nella sua casa ed arrestarono il professore per deportarlo a Gusen sottocampo di Mauthausen dove lì non sopravvisse e vi morì.
Giolli, di fede cattolica, dedicò la sua vita allo studio dell’arte e alla critica artistica, con particolare attenzione alle avanguardie. Di formazione crociana, rispettoso di qualunque espressione artistica, cercò tuttavia di individuare la validità espressiva, più che nel movimento di provenienza, nel singolo artista; ad esempio ebbe delle perplessità riguardo al futurismo, ma non riguardo a
Boccioni. Del futurismo non amava la dissacrazione del passato, poiché nel passato ci sono gli elementi che preparano il futuro. Docente, scrittore di saggi, si doleva di un certo provincialismo dell’arte italiana, e cercò di svecchiarla anche attraverso riviste che fondò, come Problemi d'arte attuale, che in seguito prese il nome di Poligono. Dopo molti anni di docenza presso l’Accademia libera di Vincenzo Cento, presso licei statali milanesi Berchet, Parini, Beccaria, viene allontanato dall’insegnamento per aver rifiutato il giuramento fascista. Giolli intuisce il pericolo per l’arte di venire associata alla politica e da essa usata, come era avvenuto in Germania in cui l’arte o era di regime oppure veniva estromessa. Ma qualcosa del genere era successo anche in Russia dove la letteratura era stata aggregata alla dittatura. Questo atteggiamento, del resto, è diffuso sempre e dovunque in regimi dittatoriali. Cosa dovrebbe fare la società, allora. Non affidarsi allo Stato, illudendosi che lo Stato sia un mecenate che lascia spazio alla libertà di espressione. Se protegge, vuole asservire. E il regime si preoccupa di operare in tal senso dalla prima infanzia. Le idee di Raffaello Giolli generano sospetto. E’ inviso al governo, l’OVRA lo arresta e lo interna a Istonio Marina (Vasto), dal luglio 1940 al febbraio 1941, assieme al figlio Paolo. Giolli ha 51 anni. Tornato
in Lombardia la sua attività antifascista prosegue; entrerà a far parte del movimento partigiano della Val d'Ossola. A Milano forma un gruppo di lotta costituito per la maggior parte da artisti e intellettuali, collabora con giornali clandestini, fino a che il 14 settembre 1944 viene arrestato con
la moglie e il figlio Federico, torturato e infine deportato a Mauthausen, in Austria, dove muore al campo Gusen il 6 gennaio 1945. Non saprà mai della morte del figlio Ferdinando, promettente
poeta e critico letterario, fucilato nell’ottobre del 1944 a Villeneuve in Val d'Aosta.
Giolli, si diceva, fece parte del gruppo degli internati a Vasto Marina, molti dei quali persone di cultura, che trovarono nel direttore della Biblioteca comunale, Luigi Anelli, un uomo aperto,
persona colta, che seppe apprezzare la loro presenza e condividere la loro situazione.
 
Jovenitti Francesco  di Giuseppe, di anni 36, meccanico, italiano.
 
Leonin (Rodolfo Pellicella), noto operaio antifascista condannato durante il fascismo.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale era sotto le armi, ma siccome era un antimilitarista pericoloso, fu diramato subito l'ordine di provvedere alla traduzione del Pellicella a Istonio.
 
Maffi Bruno (1909-2003), dirigente del Partito Comunista Internazionale (Programma Comunista). E' uno dei fondatori del Partito Comunista Internazionalista nel 1943. Al momento
della scissione tra damenisti e bordighiani nel 1952 sceglie quest'ultimo raggruppamento. Da
allora in poi è uno dei principali esponenti del Partito Comunista Internazionale che non abbandonerà neppure dopo la sua crisi devastante avvenuta a cavallo degli anni 80. Traduttore
in italiano di molte opere marxiste importanti come Il Capitale di Karl Marx, L'accumulazione
del capitale di Rosa Luxemburg e Diario d'esilio di Lev Trotsky.
 
Mazzali Guido (1905-1960), giornalista e uomo politico, antifascista. Nel 1940 fu internato a Istonio (Chieti), tornando in libertà soltanto alla caduta del fascismo. Subito dopo la Liberazione
gli fu affidata la direzione dell'edizione milanese dell' Avanti! Nel 1948 Mazzali fu eletto per la
prima volta deputato, poi riconfermato, nella Circoscrizione Milano-Pavia. È stato, dal febbraio
1959 al marzo 1960, sottosegretario per la Stampa e le Informazioni nel secondo governo Segni.
 
Molaschi Carlo (1886-1953). Antifascista, viene mandato al confino a Istonio fino al 1942 quando la ditta per cui lavorava (Manifatture del Seveso) garantisce per lui. Dopo la Liberazione,
è vicesindaco ed assessore alla pubblica istruzione fino al 1951.
 
Molinelli Guido (PCI), membro della Costituente, parlamentare dal 1948 al 1953 Sottosegretario con Delega per l'Industria e Commercio.
 
Razzini Mario nasce 1890, nel 1918 con Alceste De Ambris fonda la UIL. Nel 1940 è
arrestato ed inviato in campo di concentramento di Istonio. Partecipa nel secondo dopoguerra
alla rinascita della UIL milanese.
 
Reina Ettore (1871-1958) ricopre, durante la sua lunga attività, numerose cariche di stampo sindacale e politico. Nel 1919 viene eletto deputato nel Collegio di Milano nelle file del PSI. A
seguito dell'avvento del fascismo è costretto all'attività clandestina e, rifiutando la proposta di Mussolini di assumere la direzione centrale dei sindacati fascisti, si impiega come correttore di
bozze e rappresentante di una ditta di carbone. Nel 1940 viene internato a Istonio (Chieti),
dove rimane per pochi mesi.
 
Riboldi Ezio, delegato del PSI alla III Conferenza dell'IC. Farà parte dei "terzini" e aderirà
nel '24 al PCd'I. Nel '23, fallita l'ipotesi di fusione tra i due partiti, venne radiato e poi espulso
dal PSI, in quanto redattore di Pagine Rosse.
 
Scalarini Giuseppe (1873-1948). Dal 1911 al 1925 fu il celebre vignettista dell'Avanti! Per
le sue caricature subì molte aggressioni da parte dei fascisti, una molto grave nel 1926 con
frattura della mandibola e commozione cerebrale. Dimesso dopo un mese di degenza, fu arrestato
e tradotto alle carceri di San Vittore a Milano. Seguì il confino. Nell'agosto del 1940 fu messo nel campo di concentramento di Istonio e poi a Bucchianico. Rimangono di Scalarini alcune migliaia
di disegni. Una raccolta si trova anche al Cremlino, al museo della Rivoluzione. Di tanto in tanto
si fanno in Italia mostre rievocative con le sue pungenti vignette.
 
Silvestri Carlo. Nelle ultime settimane di vita della Repubblica di Salò quasi non si parlava d'altro. Il «ponte», il disperato tentativo di trovare una sponda dall' altra parte della barricata
con cui avviare un impossibile dialogo. Questo tramite fu Carlo Silvestri. Ex giornalista del
«Corriere della Sera», socialista, era stato tra i più duri accusatori del Duce al tempo del delitto Matteotti.
Per questo fu perseguitato, picchiato, arrestato, spedito al confino e infine liberato su
intercessione dello stesso Mussolini. Nel dicembre del 43 Silvestri chiede di rivedere il suo
vecchio nemico.
 
Venegoni Mauro. Nel 1917, ad appena 15 anni, entra con il fratello nella gioventù socialista e nel '21 nel PcdI. Ripetutamente e ferocemente perseguitato dai fascisti, l'11 giugno 1940 (il giorno successivo all'entrata in guerra dell'Italia) è internato nel campo di Istonio Marina, dove è
costretto a una vita di privazioni. A Istonio organizza subito un comitato clandestino di
resistenza. Scoperto,
è trasferito in punizione alle Tremiti. Viene liberato nel 1943. Nel 1944 è catturato casualmente
dai fascisti, torturato e poi assassinato il 31 ottobre 1944.
Da: Nicola D'adamo - 24 gennaio 2008

CAMPO DI CONCENTRAMENTO ISTONIO MARINA (Prov. Chieti)
Elenco nominativo degli internati al 15 settembre 1940
01) Abbatista Giovanni fu Domenico, di anni 43, rappresentante di commercio italiano;
02) Agostini Livio fu Antonio, di anni 57, dottore chimico, italiano;
03) Aroldi Cesare Enrico fu Guglielmo, di anni 65, libraio, italiano;
04) Balbinot Guerrino fu Osvaldo, di anni 26, venditore ambulante, italiano;
05) Bandiera Roberto fu Gaetano, di anni 44, venditore macchine da cucire, italiano;
06) Baruchello Tullio, fu Pietro, di anni 48, sarto, italiano;
07) Bellandi Ugo fu Rotiglio, di anni 62 muratore, italiano;
08) Bellini Giacomo di Ambrogio, di anni 38, ex commerciante, italiano;
09) Benedetti Ardiccio fu Stanislao, di anni 59, barbiere, italiano;
10) Benocci Tuscano Stefano fu Olindo, di anni 47, professore di lettre, italiano;
11) Benvenuto Ruggero fu Costante, di anni 39, cameriere, italiano;
12) Bertoja Luigi di Giuseppe, di anni 25, meccanico, italiano;
13) Bonfantini Corrado di Giuseppe, di anni 31, medico, italiano;
14) Brenna Ercole fu Vincenzo, di anni 46, Scalpellino, italiano;
15) Carrano Giovanni fu Francesco, di anni 55, meccanico, italiano;
16) Carrega Francesco fu Angelo, di anni 63, maestro elementare, italiano;
17) Cattaneo Dante di Claudio, di anni 30, argentiere, italiano;
18) Cattaneo Emilo di Carlo, di anni 34, fattorino, italiano;
19) Cernac Giovanni di Giovanni, di anni 37, meccanico, italiano;
20) Cerne Pietro di Giovanni, di anni 39, meccanico, italiano;
21) Cesarò Salvatore fu Salvatore, di anni 64, chimico, italiano;
22) Colombo Giuseppe di Carlo, di anni 41, produttore auto, italiano;
23) Confalonieri Lorenzo di Manlio, di anni 29, disegnatore, italiano;
24) Consentino Antonino fu Vincenzo, di anni 57, professore lingue, italiano;
25) Cordoni Beniamino di Battista, di anni 44, falegname, italiano;
26) Costantini Costantino fu Giuseppe, di anni 55, procaccia, italiano;
27) Costanza Francesco fu Michele, di anni 66, portuale, italiano;
28) Damen Secondo Onorato fu Giovanni, di anni 47, professore di lettere, italiano;
29) Della Giusta Piero fu Fausto, di anni 40, avvocato, italiano;
30) Delpin Marino fu Lodovico, di anni 29, commerciante, italiano;
31) Depangher Guerrino fu Pietro, di anni 35, pescatore, italiano;
32) Fumis Romano di Pietro, di anni 37, fabbro, italiano;
33) Furlani Giuseppe di Antonio, di anni 44, agricoltore, italiano;
34) Gerin Ottavio di Francesco, di anni 32, agricoltore, italiano;
35) Gherbassi Antonio fu Antonio, di anni 66, agricoltore, italiano;
36) Giolli Paolo di Raffaele, di anni 19, studente, italiano;
37) Giolli Raffaello fu Gaetano, di anni 51, pubbliciasta, italiano;
38) Giunta Giuseppe fu Biagio, di anni 38, dottore commercialista, italiano;
39) Gradnik Giuseppe di Giuseppe, di anni 43, agricoltore, italiano;
40) Grilli Giovanni fu Mario, di anni 37, ragioniere, italiano;
41) Grottoli Pirro fu Giuseppe, di anni 52, sellaio, italiano;
42) Jelenich Giuseppe di Stefano, di anni 51, carrettiere, italiano;
43) Jergog Floriano di Giuseppe, di anni 28, operaio chimico, italiano;
44) Jovenitti Francesco di Giuseppe, di anni 36, meccanico, italiano;
45) Monic Andrea fu Francesco, di anni 46, bracciante, italiano;
46) Ladavaz Luigi fu Giuseppe, di anni 28, agricoltore, italiano;
47) Larinti Luigi di ignoto, di anni 43, commesso, italiano;
48) Lucini Virgilio fu Giovanni, di anni 34, fotografo, italiano;
49) Maccari Antonio fu Pietro, di anni 44, facchino, italiano;
50) Maffi Bruno di Fabio, di anni 31, professore di lettere, italiano;
51) Maiocchi Carlo di Natale, di anni 38, meccanico, italiano;
52) Maranini Giuseppe fu Giovanni, di anni 63, commerciante, italiano;
53) Marchi Lodovico di Angelo, di anni 35, autista, italiano;
54) Marega Emeregildo fu Giuseppe, di anni 44, calzolaio, italiano;
55) Martina Attilio di Giuseppe, di anni 43, muratore, italiano;
56) Mazzadi Guido di Vittorio, di anni 45, pubblicista, italiano;
57) Meoni Umberto fu Gregorio, di anni 62, commesso viaggiatore, italiano;
58) Micali Vittorio fu Giuseppe, di anni 40, bracciante, italiano;
59) Molaschi Carlo fu Giacomo, di anni 54, impiegato, italiano;
60) Molinelli Guido fu Quirino, di anni 46, pubblicista, italiano;
61) Montagnani Piero fu Giacinto, di anni 39, dottore fartmacista, italiano;
62) Musumeci gioacchino fu Rosario, di anni 37, falegname, italiano;
63) Padovani Umberto di Pasquale, di anni 34, bracciante, italiano;
64) Pahor Romano di Carlo, di anni 37, agente di assicurazione, italiano;
65) Pampuri Angelo di Pietro A., di anni 41, saldatore, italiano;
66) Pedroni Giordano di Rinaldo, di anni 31, incisore, italiano;
67) Pellicella Rodolfo di Guido, di anni 26, tipografo, italiano;
68) Pobega Giovanni di Giovanni, di anni 42, carpentiere, italiano;
69) Punsar Roberto di Antonio, di anni 40, fattorino, italiano;
70) Radici Umberto di Guglielmo, di anni 35, bracciante, italiano;
71) Razzini Mario fu Luigi, di anni 50, impiegato, italiano;
72) Renzulli Luigi di Aurelio, di anni 42, mediatore, italiano;
73) Repossi Luigi fu Ercole, di anni 58, commerciante, italiano;
74) Riboldi Ezio fu Giacomo, di anni 62, avvocato, italiano;
75) Rivolt Emilio di Pietro, di anni 38, bracciante, italiano;
76) Salardi Francesco fu Antonio, di anni 57, commesso viaggiatore, italiano;
77) Scalarini Giuseppe fu Raniero, di anni 67, disegnetore, italiano;
78) Scarcelli Nicola fu Vincenzo, di anni 44, calzolaio, italiano;
79) Scarpa Emilio di ignoto, di anni 45, montatore cingoli, italiano;
80) Scodellaro Luigi di ignoto, dianni 37, piazzista, italiano;
81) Sever Giovanni fu Giovanni, di anni 39, commerciante, italiano;
82) Silvestri Carlo fu Carlo, di anni 47, pubblicista, italiano;
83) Spanger Luigi fu Giovanni, di anni 34 falegname, italiano;
84) Sponton Olimpo di Rodolfo, di anni 27, lattoniere, italiano;
85) Steppi Pietro fu Giacomo, di anni 48, orologiaio, italiano;
86) Stucchi Mario fu Domenico, di anni 41, rappresentante, italiano;
87) Stuparich Alberto fu Giovanni, di anni 51, rappresentante, italiano;
88) Tedesco Ferdinando fu Giovanni, di anni 43, contadino, italiano;
89) Tondini Manlio fu Giuseppe, di anni 29, elettricista, italiano;
90) Trevisan Massimiliano fu Giovanni, di anni 37, falegname, italiano;
91) Ulisse Mariano di Vincenzo, di anni 38, meccanico, italiano;
92) Ursic Rodolfo di Antonio, di anni 34, commerciante, italiano;
93) Usai Teodoro fu Valentino, di anni 37, meccanico, italiano;
94) Valeri Antoni fu Secondo, di anni 40, impiegato, italiano;
95) Valentini Giuseppe fu Giovanni, di anni 37, bracciante, italiano;
96) Vallon Bernardo fu Bonomo, di anni 40, carpentiere, italiano;
97) Varè Vincenzo di Enrico, di anni 29, ragioniere, italiano;
98) Venanzi Nello fu Vito, di anni 62, avvocato, italiano;
99) Venegoni Mauro di Paolo, di anni 37, lattoniere, italiano;
100) Vollati Lorenzo di ignoto, di anni 41, macchinista navale, italiano;
101) Zanganelli Giulio di Bernando, di anni 39, agente di assicurazione, italiano;
102) Zega Emilio fu Michele, di anni 39, impiegato, italiano;
103) Zeriali Andrea di Antonio, di anni 44, contadino, italiano;
104) Zuder Giuseppe fu Giovanni, di anni 44, idraulico, italiano;
105) Allegri Roberto fu Giuseppe, di anni 34, verniciatore, italiano; note: attualmente
..........ricoverato nell’ospedale d’Istonio;
106) Colombo Davide di Antonio, di anni 58, guantaio, italiano; note: attualmente detenuto
..........nelle carceri d’Istonio;
107) Mazzagaglia Abele di Giuseppe, di anni 40, cameriere; note: attualmente detenuto nelle
..........carceri d’Istonio;
108) Pizzamus Vittorio di Giuseppe, di anni 40, calderaio, italiano; note: attualmente
..........ricoverato nell’ospedale d’Istonio;
109) Terraneo Felice fu Angela, di anni 29, impiegato, italiano; note: attualmente
..........ricoverato nell’ospedale d’Istonio;

ISTONIO MARINA, 15 Sett. 1940 XVIII
Il Commissario di P.S.
Direttore del Campo di Concentramento
F.to V. Prezioso
ACS, Ministero dell’Interno, Direzione Generale di P.S., AA.GG.RR., cat. Massime M/4, B. 118.

Gli Internati di Vasto Marina
Con l'entrata in guerra dell'Italia, a Vasto Marina, allora chiamata Istonio Marina, vennero
internati esponenti antifascisti. L'internamento di guerra consisteva nel soggiorno obbligato nel comune assegnato dall'autorità di polizia ed in una rigida disciplina di sorveglianza.
Gli internati di guerra di Istonio Marina alloggiavano nell'albergo dell'avv. Oreste Ricci o nella
villa Marchesani, a fianco della chiesa di Stella Maris.
Il servizio di vigilanza era assicurato da dodici carabinieri e quello medico dal dottor Nicola D'Alessandro.
Il numero degli internati crebbe sino a raggiungere, rispetto alle prime 79 persone del giugno del 1940, il numero di 185 presenze. Tra di essi figuravano anche nomi famosi dell'antifascismo militante, come Mario Borsa, che poi divenne nel 1945 direttore del Corriere della Sera, Raffaello Giolli, noto critico d'arte, Giuseppe Scalarini, caricaturista dell'Avanti!, il filosofo Edmondo Cione,
il critico d'arte Mattei.
Una cartolina inviata da un internato di guerra. Il suo nome è Francesco Jovenitti, leggibile in alto a destra sopra al timbro postale di partenza, dal quale si ricava il luogo ed il giorno della spedizione. Il testo è indirizzato alla moglie Giuseppina Ronzi Jovenitti,
via A. Sciesa, 21, Milano:
28 - 2 - 1941
Pina, mia diletta, Anima, Pensiero e vita.
Ti ricordo con forte nostalgia e ricordo te Lino e La Rita e questa cartolina bruciata. Quello che più è vivo in me e la vostra visita e da quella porta vi ò visto partire e in me vi era una cosa grande
grande quanto l'affetto che sento per voi. O' benedetti momenti se pur dolorosi e Voi Pinuccia, cosa c'era nei nostri cuori quando la prima volta i nostri occhi si sono visti e sotto il bersò abbiamo mangiato. Come ti ò vista, amata adorata, e come ti ò vista e sentita nel tuo amore e
in tutta la tua azione di sposa, di donna e di madre, come allora e più di allora, ti sento mia e
tanto ti voglio bene.
Francesco Jovenitti
.
stralcio da il "Lunarie de lu Uašte" - ed. 2006

Campo di concentramento di Istonio Marina, 1942

Vasto Marina: Targa a ricordo del campo di concentramento
A Vasto Marina domenica 28 gennaio 2007, nell'ambito delle cerimonie per il Giorno della Memoria, è stata scoperta una lapide, a ricordo
del campo di internamento.
Alla cerimonia hanno presenziato il Sindaco di
Vasto Luciano Lapenna ed il Presidente della Provincia di Chieti Tommaso Coletti.
E' stata proprio la Provincia ad offrire al Comune
di Vasto quella targa che ricorderà ai posteri il dramma della guerra e degli internati italiani.
In Italia nel 1940 vennero aperti numerosi campi
di concentramento, per isolare tutte le persone
ostili al regime
.
Uno di questi campi, destinato agli "Italiani pericolosi", fu istituito a Vasto (Istonio)
Marina.
Lo storico Costantino Di Sante ha pubblicato la
lista degli
internati di Vasto Marina ospitati
nell'albergo di Oreste Ricci e nella Villa Marchesani.
Tra di loro ex parlamentari, politici della Sinistra, sindacalisti, giornalisti, artisti, intellettuali, semplici operai.
stralcio da articolo apparso su "Prima Pagina", periodico indipendente - febbraio 2007