Vasto - Scogliera - Punta d'Erce Riserva Naturale Regionale www.puntaderci.it |
Località
Punta Penna - Vasto L'ingresso alla riserva è gratuito; prenotando con almeno 24 ore di anticipo, è possibile effettuare visite guidate e per gruppi da 1 a 10 partecipanti |
Come
arrivare: In auto: Autostrada A14 (Bologna -Taranto) uscita Casalbordino-Vasto Nord / SP 154 / SP 168 / SP 157 - In treno: Stazione ferroviaria di Vasto San Salvo |
Punta
d'Erce o Punta Aderci? ...la prima
L'arch.
F. Paolo D'Adamo risolve il quesito con un'autorevole fonte storica:
l'antica mappa di Vasto (in alto a sinistra, il dettaglio) notizie apparse su "www.noivastesi.blogspot.com" del 28 ott. 2009 |
![]() |
![]() |
![]() |
La Riserva
di
Punta d'Erce comprende un tratto di costa dalla foce
del Sinello a Punta della Lota, nel Comune di Vasto (Chieti). La falesia di Punta d'Erce si affaccia sul mare con dirupi alti anche decine di metri e con pendenze relativamente dolci (Spiaggetta contigua al Porto di Vasto). È possibile distinguere la zona pianeggiante, sovrastante la falesia, dai terreni in pendenza verso i valloni, seguendo idealmente la linea di costa. Le spiagge sono gli habitat abruzzesi più rari, continuamente ripulite per esigenze turistiche. Le piante della costa subiscono una continua selezione, che le rende sempre più specializzate, adattate, nel corso della loro storia evolutiva, a vivere in condizioni severe quali l'aridità e la mobilità della sabbia, la carenza di elementi nutritivi, l'aerosol e gli spruzzi del mare, il vento e il forte irraggiamento estivo. stralcio
dal volumetto "Aree protette d'Abruzzo" - 2010, a
cura della Regione Abruzzo - COGECSTRE Edizioni - Penne PE - T. 085.8270862 - e - mail: edizioni@cogecstre.com |
![]() |
|||
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
Questa
splendida riserva tutela il tratto di costa naturalisticamente più
pregevole dell'intero Abruzzo. Punta d'Erce è un susseguirsi di spiagge di sabbia e ciottoli, di falesie e scogliere, di paesaggi agricoli e macchia mediterranea, di tonalità marine verdi e blu, di ambiente dunale integro e di un rosso tramonto che retroillumina le montagne di tre parchi nazionali (Majella, Gran Sasso-Laga e Monti Sibillini). Punta d'Erce è da scoprire al passo lento dei nostri piedi, in bicicletta, in canoa godendosi la tranquillità delle spiagge e del mare di "Libertine" o Mottagrossa. La riserva si estende per 5 km di costa su circa 285 ettari che arrivano a 400 con l'Area di protezione esterna. I suoi simboli sono il fratino, che nidifica sulle dune, lo sparto pungente, protagonisti della vita animale e vegetale della spiaggia di Punta Penna. stralcio
da art. apparso sulla pubblicaz. "Trigno Sinello Card 2009"
- amore a prima vista -
Tel. 0873.310720 - Soc. Consortile Trigno-Sinello a r.l. - www.trignosinelloturismo.it - e-mail: card@trignosinello.it |
|
Promontorio
di d'Erce
Nei
pressi del porto di Vasto, a Nord, a circa due chilometri trovasi il
promontorio
(26 m s.l.m.)
di d'Erce, dall'orrida bellezza.
Il promontorio roccioso con il suo profilo a picco sulla limpida distesa del mare, le sue grotte, i resti di un trabocco e una piccola cala formano un suggestivo, singolare ambiente. E' uno dei paradisi della penisola ed una suggestiva area dotata di rari biotipi di flora mediterranea. La località è ricca di inestimabili tesori legati alla storia, alle rarità germofologiche presenti nella caratteristica zona dunale costiera, e di pregiate forme di vita marina, favorite dall'ambiente stabile costante che consente evoluzioni di fenomeni eutropici. L'aspetto più interessante della vegetazione della spiaggia è il raggruppamento di retrodune che si sviluppa nelle depressioni alle spalle dei dossi dunali. Notevole la vegetazione delle rupi sulle quali sono presenti specie molto rare in Abruzzo, tra cui Chitmum Maritimum e quelle appartenenti ai genere Limonium. |
|
Da
alcuni anni ( 1998) è zona protettà riconosciuta come:
"Riserva Naturale di Punta d'Erce". Si estende per oltre 400 ettari, con una lunghezza costiera di circa 5 chilometri, dalla spiaggia di Punta Penna alla foce del fiume Sinello. Il logo della Riserva riunisce il fratino (charadrius alexandrinus) e lo sparto pungente (ammophila arenaria) quali simboli della vita animale e vegetale della spiaggia di Punta Penna. Il promontorio di Punta d'Erce da il nome alla Riserva e caratterizza l'intera area offrendo il panorama completo sulla Riserva e sui fondali marini sottostanti. |
![]() |
La
Riserva
La Riserva di Punta
d'Erce è stata istituita con L.R. n. 9 del 20.02.1998; nasce dall'esigenza
di conciliare l'aspetto naturalistico dell'area con quello turistico relativo
alla fruibilità delle spiagge.L'area protetta di Punta d'Erce è la prima riserva istituita in Abruzzo nella fascia costiera. La Riserva ha una estensione di circa 285 ettari (400 con l'area di protezione esterna, dopo l'approvazione del P.A.N.) e va dal Porto di Vasto (Punta della Lotta) fino alla foce fiume Sinello, a confine con il comune di Casalbordino. Nell'anno 2000, il Comune di Vasto ha adottato il Piano di Assetto Naturalistico (PAN) della Riserva Naturale Regionale Guidata di Punta d'Erce, elaborato dalla Cooperativa COGECSTRE di Penne. La falesia che caratterizza il paesaggio si affaccia sul mare con dirupi alti anche decine di metri (Punta d'Erce) o con pendenze relativamente dolci (Spiaggia di Punta Penna, contigua al Porto di Vasto). Nella Riserva la zona pianeggiante appare maggiormente antropizzata, il paesaggio agricolo è di tipo tradizionale, con ampi vigneti e appezzamenti coltivati prevalentemente a graminacee. L'area di maggiore interesse e tutela è costituita dalla Spiaggia di Punta Penna: un anfiteatro marino che ospita un ambiente dunale integro. Il promontorio di Punta d'Erce (26 m s.l.m.) caratterizza l'intera area offrendo uno splendido panorama su tutta la riserva e sul sottostante mare. Fossi, valloni, fitta boscaglia e spiagge di sassi caratterizzano la fascia che va dal promontorio di Punta aderci al corso e alla foce del fiume Sinello. La Riserva può vantare non solo qualità naturali legate alle spiagge ma anche di tipo vegetazionale, faunistico, paesaggistico, geologico ed archeologico. La parte sommersa della scogliera è disseminata di popolamenti bentonici. Il ricambio delle acque favorisce la biocenosi per l'abbondanza di molluschi bivalvi lamellibranchi quali mitili, vongole, natiche, telline, cannolicchi, pettini. Sulla battigia abbondano Molluschi e Gasteropodi. Tra le rocce sopralitorali i caratteristici Littorina neritoides (gasteropode) e la Ligia italica (isopode). Diffusa la presenza del granchio corridore (Pachygrapsus marmoratus) e la Patella caerulea. Tra le cavità formate dalle alghe coralline vivono il comune verme da esca, il polichete (Perinereis cultrifera), diverse spugne incrostanti, madreporari e celenterati. In alcune cavità di Punta d'Erce è possibile ammirare l'Helymenia fioresia, considerata l'alga rossa più bella del Mediterraneo. Numerose specie avifaunistiche, molte delle quali stazionarie e nidificanti. |
|
Le
Dune |
|
Le
dune sono strutture collinari caratteristiche dei deserti e delle coste
sabbiose. Quelle costiere si sviluppano parallelamente al litorale, sono
costituite soprattutto da sedimenti fini incoerenti portati dai fiumi
(origine fluviale) e dal moto ondoso (origine marina) che trasporta e
rideposita i sedimenti secondo le correnti principali. Le dune non sono strutture statiche, sono instabili, soggette a continui spostamenti e ridimensionamenti causati dalla direzione e dalla forza del vento. Il vento, infatti, spinge le particelle sabbiose verso l'entroterra per trascinamento oppure a balzi creando un lato sopravento con pendenza moderata e un lato sottovento con pendenza più accentuata. Generalmente il versante della duna esposto a mare è maggiormente colpito dall'azione erosiva del vento, mentre il versante |
|
protetto si accresce per l'accumulo
dei granelli di sabbia. La sabbia inizia ad accumularsi quando incontra le rocce o le piante. La vegetazione ha quindi una fondamentale importanza per la formazione delle dune costiere, poiché crea un impedimento per l'avanzamento della sabbia verso l'entroterra. Può iniziare così la formazione di dune embrionali che vanno sempre più accrescendosi e stabilizzandosi, fino a formare vere e proprie colline asimmetriche che possono superare i 10 metri d'altezza. Il primo cordone di dune, prospiciente al mare, è sempre più elevato rispetto ai successivi. I cordoni successivi, sono più ricchi di copertura vegetale, rappresentata da arbusti tipici della macchia mediterranea. I cordoni dunali sono ambienti molto interessanti sia dal punto di vista ecologico sia paesaggistico. Tali ecosistemi hanno un delicato equilibrio evolutivo legato alla continua trasformazione del substrato causato dall'erosione del vento e del mare, che rendono difficile l'insediamento dei vegetali e di conseguenza la lori stabilizzazione. Spesso a peggiorare la situazione vi è l'azione dell'uomo che con la costruzione di strade ed edifici lungo le coste o, semplicemente con il solo calpestio delle piante che crescono nelle dune, interferisce sull'equilibrio descritto provocando lo sventramento dei cordoni dunali. Ma uno dei danni maggiori è sicuramente dato dalla costruzione di sbarramenti artificiali a monte dei corsi d'acqua. Questi hanno determinato una drastica riduzione nel trasporto dei sedimenti sabbiosi che giungevano al mare, causando l'arretramento della spiaggia. La demolizione delle dune è un fenomeno irreversibile, con gravi danni alle formazioni vegetali che grazie al riparo contro i venti e l'aerosol marino, in condizioni normali riescono a svilupparsi dietro di esse. |
|
La
vegetazione delle Dune |
|
L'ecositema litorale
è uno degli ambienti terrestri più selettivi per lo sviluppo
delle piante. I fattori limitanti sono il vento che trasporta minutissime
gocce di acqua marina e una moltitudine di granelli di sabbia (azione smerigliante), e le acque circolanti ricche di cloruro di sodio e perciò di difficile assunzione da parte delle radici. Sono favorite solo quelle specie dette "psammofile" (dal greco psammos = sabbia, filé = amico) adattate a superare tali condizioni. Gli adattamenti evolutivi delle piante sono l'habitus sempreverde, la succulenza di alcuni organi la spinescenza, la tomentosità utili a superare periodi aridi; per resistere all'azione abrasiva della sabbia trasportata dal vento apparati radicali molto sviluppati in profondità, riduzione delle superfici esposte, portamento strisciante o a pulvino; ciclo biologico molte breve per poter superare le stagioni avverse sotto forma di seme. Partendo dal mare verso l'interno troviamo la zona afotica dell'alta marea, dove non riesce a crescere nessuna pianta. |
|
Dopo questa fascia vi è una zona di deposizione, dove le alghe,
le fanerogame marine
e le conchiglie vengono spiaggiate. La decomposizione di queste sostanze
organiche apporta una sufficiente quantità di nutrienti per
permettere alle
prime piante pioniere d colonizzare la spiaggia. Le piante annuali (terofite)
alonitrofile, stabiliscono una prima barriera alla dispersione della
sabbia. Nelle depressioni infradunali si crea un microhabitat umido, grazie all'accumulo di piccole quantità di limo e dall'affioramento della falda freatica, dove si sviluppa un vegetazione alo-igrofila. |
|
Il
Fratino (Charadrius alexandrinus), simbolo dell'Oasi e numerose altre specie presenti a Punta d'Erce |
|
E' un uccello piccolo,
le parti superiori del corpo sono di colore grigio chiaro, quelle inferiori
sono bianche. Presenta delle bande scure ai lati del petto e delle macchie
nere sotto la fronte e dietro gli occhi. Nei giovani il piumaggio è simile a quello degli adulti, ma mancano le macchie scure e questo li rende scarsamente visibili nella sabbia. La femmina è molto simile al maschio, ma le zone nere sono sostituite dal marrone. Le zampe sono grandi e grigio scuro, gli occhi grandi e neri. Il fratino dorme con il becco e la parte anteriore della testa ripiegati sotto le piume. Si nutre principalmente di insetti, molluschi, crostacei, vermi. Si trova su spiagge, dune, lagune litoranee, piane di marea, pianure salate, stagni salati. Nella Riserva Punta d'Erce la nidificazione avviene davanti alle dune. Il maschio scava diverse buche nella sabbia e la femmina ne sceglie una. Solitamente vengono deposte tre uova la cui cura è affidata ad entrambi i sessi; il periodo di incubazione di 26-32 giorni durante i quali la femmina bada al nido durante il giorno, il maschio durante la notte. I piccoli sono precoci e nidifughi e generalmente nascono tra maggio e inizio luglio. |
|
Entrambi i sessi difendono attivamente il territorio di nidificazione,
anche se i maschi tendono ad essere più aggressivi delle femmine,
frequenti gli scontri e le lotte contro il nemico quando le nidiate sono
minacciate. Quando i predatori si avvicinano, il fratino si allontana
dal nido per attirarli lontano dai piccoli. In Italia è nidificante, migratore regolare e svernante. Durante l'inverno è un uccello sociale ed è facile avvistarlo anche in gruppi nmerosi. La varietà di ambienti dell'oasi, offre la possibilità a numerose specie di nidificare, di passarvi l'inverno e di sostare durante i passi migratori primaverile e autunnale. Presenti tutto l'anno sono l'Airone Cenerino (Ardea cinerea), l'Airone rosso (Ardea purpurea) e la Garzetta (Egretta garzetta), tra i rapaci comuni sono la Poiana e il Gheppio, mentre a primavera l'Albanella Minore (Circus pygargus) sorvola i campi coltivati, il Piviere dorato (Pluvialis apricaria) lo fa in autunno. In inverno sono presenti molti limicoli lungo il litorale, mentre stazionario e nidificante c'è il Fratino, simbolo dell'oasi. Gruccioni, ghiandaie e Upupe colorano di esotico l'oasi. Cappellacce e Allodole (Alauda arvensis) cantano sorvolando i campi, mentre tra i molti passeriformi ricordiamo anche il Beccamoschino, l'Usignolo di fiume, lo Strillozzo, l'Averla capirossa (Lanius senator), il Luì piccolo (Phylloscopus collibyta). Nell'oasi non mancano altre specie animali interessanti, come la Volpe, l'Istrice e il Tasso ed anche anfibi e rettili sono ben rappresentati. Nello stagno retrodunale la presenza di alcune specie animali caratteristiche delle zone umide sono indicative dell'ottima conservazione dell'ambiente naturale. stralcio
da materiale promozionale "Riserva Naturale Regionale Punta
d'Erce - Città del Vasto" - Grafica Gabriele Delle Monache COGESTRE Edizioni, Penne Pe - testi di F. Di Fabrizio, Sandro Tagliagambe - 2012 |
|
La Riserva naturale
di Punta d'Erceè sempre più territorio protetto. Circa 200
mila euro di fondi Cipe saranno utilizzati per realizzare infrastrutture
tra cui tre aree di sosta e la sistemazione delle strade interne. "Si
cercherà così di scoraggiare l'uso delle auto all'interno
della Riserva - secondo l'Assessore Suriani - in maniera che l'ambiente
sia più rispettato".
stralcio
da articolo apparso su "Vasto domani", giornale degli
abruzzesi nel mondo - n. 2 - febbraio 2009 |
La
Quarajèine
La
Quarajèine (corallina), alga difficimente reperibile
nell'Adriatico è presente nelle scogliere di Punta d'Erce. |
|
La
Riserva naturale di Punta d'Erce
L'area protetta è
la prima Riserva istituita in Abruzzo nella fascia costiera e ha un'estensione
di circa 285 ettari, che arrivano a 400 con l'Area di protezione esterna.
è la prima istituita in Abruzzo nella fascia costiera Da Punta Penna al fiume Sinello uno dei tratti più belli della costa Adriatica La Riserva va dalla spiaggia di Punta Penna, attigua al porto di Vasto, alla foce del fiume Sinello. L'area di maggiore interesse naturalistico è costituita dalla spiaggia di Punta Penna, una sorta di anfiteatro marino che ospita numerose essenze vegetali tipiche. Il promontorio di punta d'Erce caratterizza l'intera area offrendo una visuale a 360 gradi su tutta la Riserva: lo sguardo spazia sul Parco nazionale della Maiella, del Gran Sasso, dei Monti della Laga e dei Monti Sibillini. Al tramonto, quando la visibilità è buona, si può intravedere il Parco regionale del Conero. La lunga spiaggia di Punta Penna termina con la spiaggia dei Libertini, accessibile anche attraverso un sentiero di 80 gradini. C'è poi la spiaggia di Punta d'Erce, a seguire quella di Mottagrossa dalla quale si raggiunge la foce del fiume Sinello. Da Mottagrossa fino al fiume Sinello si snoda uno dei tratti di costa più belli, più solitari e più selvaggi della costa Adriatica. Sovrastante la spiaggia di Mottagrossa si percorre un sentiero panoramico in quota (circa 20 m s.l.m.) di circa tre chilometri che consente, a piedi o in bike, di scoprire le pinete sul mare, valloni e tratti di macchia mediterranea. Per le alte temperature estive e per la lunghezza del percorso, questo tratto di sentiero è preferibile visitarlo in mountain bike. stralcio
da art., a firma Francesco Muratori, apparso su "Il Nuovo"
- Vasto - mensile, periodico d'info. n. 9 sett. 2009 |
Un'oasi
di natura vera
Quattrocento ettari
di Paradiso Terrestre, tutti nel territorio del Comune di Vasto.Riserva Naturale di Punta d'Erce: un mare di natura tutta da scoprire La visita alla riserva è più di una sana passeggiata riconciliante con lo spirito e con la mente! Questo in sintesi un pomeriggio all'aria aperta in mezzo ad una natura incontaminata capace di regalarti emozioni genuine grazie ad un paesaggio selvaggio rimasto tale da millenni. Sembra quasi impossibile che qui, a distanza di solo qualche chilometro in linea d'aria da una zona a forte urbanizzazione, la mano dell'uomo sia riuscita a risparmiare le tracce naturali iniziali. Il cemento, tanto adoperato ed amato in altri tratti vicini della costa abruzzese, in modo particolare verso Sud, qui pare non aver attecchito ed essere, anzi, quasi sconosciuto. Grazie alla passione, all'iniziativa, all'amore ed al rispetto per la natura di uno uno sparuto gruppetto di persone che lavorano spesso in condizioni "critiche", questo meraviglioso lembo di terra sta muovendo i primi passi, anche se in mezzo a tantissime difficoltà anche di ordine socio culturale, per ottenere a pieno titolo il riconoscimento di "area patrimonio naturale" da preservare e trasmettere integralmente alle generazioni future. La Riserva Naturale di Punta d'Erce tutela il tratto di costa naturalisticamente più pregevole dell'Abruzzo, la regione verde d'Europa. Punta d'Erce è un susseguirsi di spiagge di sabbia e ciottoli, di falesie e scogliere con fondali interessanti da esplorare, di paesaggi agricoli e macchia mediterranea, di tonalità verdi e blu di un Adriatico che non ti aspetti, di un ambiente dunale integro, di impronte sulla sabbia e sullo sfondo il rosso del tramonto che illumina le montagne di tre parchi nazionali (il parco della Maiella, del Gran Sasso-Laga e dei Sibillini). Punta d'Erce è una Riserva da scoprire al passo lento dei nostri piedi, in mountain-bike, in canoa (noleggiabili presso le strutture della riserva) o semplicemente godendo della tranquillità delle spiagge e del mare. stralcio
da art., a firma g.d.d., apparso su "Vasto domani",
giornale degli abruzzesi nel mondo - n. 9 - 09' e 2008 |
Punta
d'Erce: Un mare di Natura tutta per te La Riserva Naturale di Punta d'Erce tutela il tratto di costa naturalisticamente più pregevole dell'Abruzzo, la regione verde d'Europa. Punta Aderci è un susseguirsi di spiagge di sabbia e ciottoli, di falesie e scogliere con fondali interessanti da esplorare, di paesaggi agricoli e macchia mediterranea, di tonalità verdi e blu di un Adriatico che non ti aspetti, di un ambiente dunale integro, di impronte sulla sabbia e sullo sfondo il rosso del tramonto che illumina le montagne di tre parchi nazionali (il parco della Maiella, del Gran Sasso-Laga e dei Sibillini). Punta d'Erce è una Riserva da scoprire al passo lento dei nostri piedi, in mountain-bike, in canoa (noleggiagli presso le strutture della riserva) o semplicemente godendo della tranquillità delle spiagge e del mare. |
||
Sentieri
percorribili consigliati |
||
1
- Sentiero natura "Mare Maje" |
2 - Sentiero
nat. "Ginestra" |
3
- Sentieri Bike |
II
sentiero parte dal punto informazioni di Punta Penna, prosegue costeggiando
la battigia fino ad arrivare alla spiaggetta Libertini. Un sentiero
a gradini si ricollega alla strada sterrata che costeggia il promontorio
di Punta d'Erce e conduce alla spiaggia di Mottagrossa. Si prosegue
lungo la spiaggia di sassi fino alle barriere frangiflutti. Da qui si
risale all'ex tracciato ferroviario attraverso il sentiero indicato
fra la macchia mediterranea fino a raggiungere il fiume Sinello che
coincide con l'ingresso ovest della riserva.
Lunghezza
del percorso andata e ritorno circa 14 Km.Per il ritorno si può percorrere anche il sentiero sopra la sovrastante pinetina. Due le deviazioni possibili: • la prima sul punto panoramico dell'area archeologica; • la sec. sul promontorio di P. d'Erce. Tempo di percorrenza 5 ore senza soste. |
Il
sentiero parte dall'inizio della strada ferrata che conduce a Punta d'Erce,
prosegue attraverso il percorso dell'ex tracciato ferroviario fino ad
arrivare al fiume sinello. Da qui si può deviare per la sovrastante
pinetina. Due le deviazioni possibili: • la prima sul punto panoramico del promontorio di Punta d'Erce; • la seconda per la spiaggia di Mottagrossa. Lungh. del perc. a /r circa 10 Km. T. di perc. 3 ore e 30 min. s. soste. |
Due
percorsi: uno più breve (andata e ritorno sullo stesso
tracciato), uno più lungo ad anello. Quello breve segue lo stesso tracciato del Sentiero Natura Ginestra. È su sterrata abbastanza agevole salvo un piccolo dislivello dietro Punta d'Erce (per prudenza è consigliabile procedere a piedi). È un sentiero semplice per chiunque abbia un minimo di esperienza in mountain-bike. Il Sentiero ad anello è un lungo percorso che attraversa quasi tutta la Riserva. Il primo tratto, fino alla deviazione per la spiaggia di Mottagrossa, coincide con il percorso breve. Da qui si devia a sinistra per una sterrata che termina sulla strada asfaltata, si svolta a destra fino a superare la Casa Circondariale. Poco oltre si devia a sinistra e dopo qualche centinaio di metri, a destra, una ripida strada in discesa (attenzione!) conduce, costeggiando dei vigneti, alla sterrata lungo la destra orografica del fiume Sinello. In prossimità della foce, si sale verso l'ex tracciato ferroviario per il ritorno. Il Sentiero ad anello è adatto a bikers esperti. Nel punto di inizio/fine dei due percorsi si possono noleggiare le mountain-bike. Lunghezza del percorso breve circa 10 Km. Lunghezza del percorso ad anello 16 Km. |
La Carta dei Sentieri e il Calendario delle Iniziative Estive, il Materiale promozionale cartaceo e il
DVD possono essere richiesti al punto informazioni di Punta Penna. Si possono avere anche altre notizie consultando il sito www.puntaderci.it |
stralcio
da materiale promozionale "Riserva Naturale Regionale Punta
d'Erce" - Carta dei sentieri- Città del Vasto - 2008 |
Punta
d'Erce a Vasto fra i 50 paradisi della penisola
II FAI (Fondo Ambiente
Italiano) e la Banca Intesa hanno condotto un sondaggio sui siti più
caratteristici da salvaguardare. La riserva naturale di Punta d'Erce di
Vasto, con 393 preferenze, è risultata la prima in Abruzzo e la
49% nella classifica nazionale. Estesa oltre 400 ettari, dichiarata riserva
nel 1998, è situata su di un litorale roccioso a nord del porto
di Punta Penna. Una località ricca di rarità germofologiche e reperti archeologici risalenti fino all'anno 1000 a. C. Di recente è al centro di accese polemiche per via della installazione di manufatti lungo percorsi turistici all'interno della riserva, che gli ambientalisti ritengono non compatibili con la vocazione naturalistica. Recentemente, nel corso di scavi condotti dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici, sono stati scoperti fondi di capanne incavati, risalenti al 1000 a.C., cioè all'età finale del bronzo, con reperti ceramici, vasellami di importazione provenienti dalla Puglia. Dai manoscritti di Lucio Canacci (De Sit. Buc. et Ist. Apud Polidori ms; in Romanelli T.I, p.318) vissuto nella seconda metà del XII sec, e che eseguì, nel sito della Penna, dei sopralluoghi, apprendiamo della esistenza dei ruderi di un teatro, due templi, di resti di mura, colonne, mattonacci, tegoloni, marmi segati e tracce di acquedotto, sepolcri sparsi nella zona. Nel territorio di d'Erce esistevano delle fortificazioni che resistettero alle scorrerie dei saraceni e dei turchi. Uno di questi dominava il colle Martino di cui si hanno tracce ben visibili di ruderi a forma quadrata dentro cui vennero sepolti oltre un centinaio di abitanti di Vasto morti per la febbre petecchiale del 1817. La punta di Colle Martino è rovinata a valle verso il mare e solo un argine degli avanzi della fortificazione oppone qualche resistenza al furore delle mareggiate. Di Erce si sa che, nel castello, vi era una chiesa intitolata a San Martino nel 1345, di cui era prevosto Diodato de Gambono (cft.: Notar Giovanni Luce di Atri, 29.VIII 1345, in archivio del Comune di Atri, in copia negli atti dell'esame compilato per la causa di regio patronato tra il capitolo di San Pietro e quello di Santa Maria in Vasto nel 1794, innanzi al Regio Governatore e Giudice di San Salvo. Vol. unico manoscritto in fl. di carte 165). Dalle suddette notizie storiche emerge che punta d' Erce era anche denominata luce, come si legge in una bolla di Alessandro III del 10.7.1176 che ne confermava il possesso ai benedettini del monastero di San Giovanni in Venere (Aless. III Kal.julii 1176-in Comitatis Teatino Cellam S.Petri de Linari, Cellam S. Mariae in Valle, Castrum Aymonis, Turricellam, Monte Collis Martini, Ilicem...). Certamente la zona doveva essere ricca di Lecci che in abbondanza vegetavano nella località. Nel 1993, effettuandosi scavi nell'adiacente zona di Punta Penna condotti dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici della Regione Abruzzo, guidati dal Prof. Alessandro Usai, specialista in preistoria, con la collaborazione con l'Università Gabriele D'Annunzio di Chieti - cattedra di Archeologia Medioevale - titolare prof. Giuntella e la Cooperativa "Parsifal" diretta da Davide Aquilano, nei pressi della chiesetta di Pennaluce, sono stati rinvenuti materiali che confermano le notizie da fonti storiche. "Di fronte alla chiesetta - riferiva Davide Aquilano - ci troviamo al cospetto di un tempio posto all'interno dell'etno-frentana. In questa zona potrebbe localizzarsi un Santuario considerato il centro di coagulo delle attività politico-amministratìvo-religiosa delle popolazioni frentane, di tutta la fascia costiera estesa tra il Foro e il Biferno, con confine occidentale la Maiella". Pennaluce era un insediamento urbano molto esteso se nel 1320 pagava all'Università del Vasto 20 tarì (Casalbordino e Scemi ne versavano 3). Peraltro, la documentazione del 1239 menziona una bene identificata "Penna de Luco" che ci riporta all'area sacra, il bosco sacro, dal latino "LUCUS" a conferma della presenza nella zona di un Santuario Frentano immerso in una fitta vegetazione di "lecci", alberi che sono menzionati nella bolla di Papa Alessandro III. Peraltro la parola "Penna" ricorda una estensione di territorio che si prolunga verso il mare e l'espressione latina "lucus" è tradotta in bosco per confermare la denominazione odierna di "Penna luce", località ove sorge l'attuale chiesetta di Punta della Penna. stralcio
da art., a firma Giuseppe Catania, apparso su "Il Vastese",
- n. 6 Giugno 2005, mensile d'info. del territorio |
Punta
d'Erce
Gli ospiti della Casa
Circondariale di Torre Sinello di Vasto, si prenderanno cura della riserva
naturale di Punta d'Erce. È l'attuazione di un progetto predisposto
dal Direttore dell'istituto di pena, Massimo Di Rienzo e dalla direzione
della Magistratura di sorveglianza, con la collaborazione dell'amministrazione
comunale di Vasto e del WWF. E questo anche a seguito della stipula di
un protocollo di intesa tra i ministeri di Grazia e Giustizia e dell'Ambiente.L'avranno in cura i reclusi di Torre Sinello Gli "addetti" al servizio di sorveglianza e di pulizia, si occuperanno delle spiagge di Punta Penna e di Mottagrossa, nell'ambito del parco costiero, ed il Comune provvederà a fornire materiali e mezzi, oltre ad assicurare il pagamento assicurativo. Il WWF, da parte sua, si attiverà per fornire informazioni e consigli sull'area sottoposta a tutela ambientale. stralcio
da art., a firma Giuseppe Catania, apparso su "Il Vastese",
mensile d'info. del territorio -
n. 6 - giugno 2005 |
|
L'Oasi
naturalistica di Punta d'Erce a Vasto |
|
La costiera di Punta
d'Erce è un'oasi naturalistica unica per valori paesaggistici e
ambientali, fruibili, oltre tutto, in ogni stagione. Dalla zona industriale di Vasto, la strada litoranea si snoda in direzione nord fino a quando l'asfalto diventa una pista sterrata: seguendola, si taglia tutto il pianoro fino a raggiungere il punto più alto del promontorio. Da qui il panorama è eccezionale, dominato dalla mole della Maiella talmente vicina da poter essere toccata e proteso in un mare colorato da mille colori e sfumature. |
|
stralcio
da "Abruzzo Italia",
guida all'estate - ed. 2004 - numero spec. dedicato all'Abruzzo, copia
omaggio in abb. con il quotidiano "Il Centro" - Pellikano
Com. - PE - T. 085.4711535 |
|
![]() |