Gli Amici di Via Cirillo -Vasto
Abitavamo a via Cirillo
 

Erano tempi di magra…
Erano tempi di palla fatta quasi di stracci...
di qualche partita di calcio sbafata
arrampicando sui muri di cinta dell'Aragona o
sbirciata dagli affollati balconi o
terrazzini di case di amici e parenti.
Qualcuno arrangiava un monopattino con ruote a sfera
quasi nessuno aveva la bici,
solo Peppino possedeva una moto "Parilla" perché
don Chaddane, il padre, faceva l'appaltatore (ruzzulalle).
Molti erano i quadrupedi che erano autovetture senz' "auto".
C’era la fragranza dei mosti a ottobre e
dei pomodori in conserve spase in agosto.
Quanti calzoni corti, qualcuno ornato di toppe:
le nonne al calar del sole sull'uscio
aspettavano il ritorno dai campi intrecciando con ferri i calzini
e sospirando la benedetta pensione.
Tutti avevano bisogno... salvo qualcuno, ma proprio qualcuno.
Passava il netturbino e, col sacco a spalla, faceva
più di cento case: chi gli dava qualcosa?
Il rumore dei piatti si sentiva solo a Natale, Pasqua e S. Michele.
Passava col pesce Vaccaro strillando "Ecche vive...vive...":
con una cassetta di cianghette, panocchie e mizzune
sfamave "le Casarelle, le Croci e S. Michele".
Ognuno sapeva che di più non si poteva:
la televisione era una scatola di sogni e bugie.
L’onore e la faccia pulita innanzitutto, la cambiale
non si sapeva cos'era... anzi era una brutta bestia,
Ora si dice che si sta meglio:
la televisione dice la verità, le cambiali in protesto
si sprecano e facce di bronzo...pure.

Ma ditemi voi: Francesco, Michele, Giovanni, Nicola e
compagnia bella
NON SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO?
In apparenza sembra proprio che sia così rispondono
quasi in coro gli amici, ma se oltre il come e
il quando chiediamo il perché??
La verità se ci pensiamo bene e meglio
mi sembra questa:
quando eravamo ragazzi
timore di Cristo...e pochissimi soldi...
ora che siamo quasi anziani
qualche milione e...me ne frego di Cristo!!

Mastro Nicola che tiene tutti
"li capille bianche" e quante giacche e calzoni
ha cucito neanche Lui ricorda
conclude dicendo:
CHE BELLE PROGRESSO DI CAZZO!!
Di Rosso Giovanni, Vasto, Agosto 1997