La Terra, un pianeta da difendere Acquacoltura |
Un'alternativa garantita |
In Italia, già da molti anni, in quasi tutti i banchi di vendita,
accanto
ai pesci di cattura si trovano prodotti provenienti da allevamenti.
L'Acquacoltura è, infatti, in grado di costituire la risposta alle necessità di mercato e di salvaguardia delle risorse marine. Si distinguono una forma estensiva di allevamento, nella quale è minore l'intervento dell'uomo, e una forma intensiva in cui, invece, l'attività umana diventa determinante soprattutto per quel che riguarda la somministrazione di alimenti alle specie allevate, scelti con particolare attenzione e in funzione della loro digeribilità. L'acquacoltura è, quindi, in grado di garantire prodotti sicuri e controllati e, per quanto riguarda il valore nutrizionale, il pesce d'acquacoltura apporta proteine nella stessa quantità e della stessa elevata qualità del pesce di cattura. Ecco alcune specie di pesci, le piu diffuse: |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
da
guida pratica per scegliere e riconoscere il pesce fresco, del
Ministero delle Pol. Agr., Alimentari e Forestali
- anno 2000 |
L'Acquacoltura,
il boom mondiale di un settore |
L'acquacoltura
consiste nell'allevamento di organismi acquatici (marini o d'acqua dolce),
il cui ciclo di sviluppo viene controllato dall'uomo sia in ordine alla
riproduzione e alimentazione, sia attraverso interventi sull'habitat.
Tale attività è finalizzata all'aumento della produzione di pesci, crostacei, molluschi e vegetali acquatici che, a causa dello sfruttamento indiscriminato delle risorse marine, la pesca tradizionale non è più in grado di assicurare. A livello mondiale oggi l'acquacoltura vale la produzione di 66,6 milioni di tonnellate di prodotti ittici (contro i 91,3 della pesca). Considerate le piante acquatiche e le alghe anch'esse allevate in acqua, il volume dell'acquacoltura raggiunge i 90 milioni di tonnellate. Si tratta di un'attività che, se dal punto di vista commerciale è posta in relazione con la pesca, sotto il profilo giuridico e delle normative (europee e nazionali) è invece considerata attività agricola. L'acquacoltura, a livello mondiale, secondo la classificazione fatta dalla FAO (Food and Agricolture Organization) riguarda 250 specie, di cui solo 65 vengono commercializzate in Italia. Di queste le più diffuse sono: - la trota - per la cui produzione, in Europa, l'Italia è seconda solo alla Francia; - la spigola; - l'orata; - il cefalo; - i mitili; - le vongole; - le ostriche; - l'anguilla. In Italia gli impianti più importanti di vallicoltura sono ubicati soprattutto nel nord del paese ed in particolare in Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. |
|
Rispetto
al pescato cresce il peso dell'acquacoltura nel mondo
in milioni di tonnellate ![]() Il
grafico evidenzia come il peso di quanto deriva dall'acquacoltura, che
nel 2012 valeva 66,6 milioni di tonnellate di prodotti ittici, contro
i 91,3 milioni che derivano dalla pesca, sia aumentato progressivamente negli anni. Fonte: Fao |
![]() |
stralcio
da "Consumatori", mensile dei soci Coop - ed. Lombardia
- n. 7 - settembre 2014 |
|
![]() |